24Maggio2015
davide vanni
Non capisco dalla luce che arriva dalla finestra come sia fuori il cielo. Sembrerebbe indeciso dagli occhi ancora appoggiati al sonno del letto. Mi alzo e più mi avvicino ai vetri più sento la presenza delle nuvole che coprono uno spazio e smorzano trattenendo in sé il raggio di un sole.
Ci troviamo davanti alla cantina io, Francesca e Giulia e insieme scendiamo al vigneto per scacchiare gli ultimi filari di Malvasia Nera e Vermentino. Il fiore dell′aglio tiene compagnia al grappolo di vite che attende la fioritura imminente. A guardarli così, sembrerebbero due anime che si stanno sfiorando in un amore sbocciato troppo presto per l'una e troppo tardi per l'altra; un fatale susseguirsi di aperture e di appassimenti.

Sopra, la torre, il castello, il campanile, le case di Massa Marittima. Massa significa tutto ciò che è costruito sulla roccia.
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11Dicembre2014
sandro sangiorgi
La premessa nella presentazione dell’evento:
Ho conosciuto il Trebbiano in una fase molto delicata della sua storia, quando solo in rarissimi casi si poteva parlare di vino di qualità. La gran parte del liquido in circolazione era completamente anonima. Il Trebbiano d’Abruzzo di Valentini e Pepe, il bianco di Montevertine nel Chianti e il Torgiano Riserva Vigna Il Pino di Lungarotti erano tra i pochi esempi virtuosi, perché non avevano tradito le radici culturali e colturali della varietà bianca italiana più diffusa, né avevano rinunciato a un’espressività autentica, in totale controtendenza con l’espansione dei bianchi fruttati a prescindere. Potete quindi immaginare la nostra soddisfazione quando, alcuni anni fa, abbiamo cominciato a percepire lo sforzo di numerosi viticoltori per riportare il Trebbiano nella sua dimensione di bianco versatile, suadente e tattile, caratterizzato dall’emancipazione dei profumi fermentativi da associare all’impronta di ogni luogo. È stato ripensato alla luce di ciò che i maestri avevano lasciato, senza perdere la preziosa libertà d’interpretazione, ma perseguendo un senso storico, vera bussola di ogni denominazione d’origine.
La degustazione sarà un confronto tra almeno dieci esemplari serviti alla cieca originati da diverse regioni dell’Italia centrale, Umbria, Toscana, Marche e Abruzzo, nelle quali abbiamo scoperto lo slancio con cui viene custodita l’identità del Trebbiano, varietà resistente e malleabile ma non così incline a dare i migliori frutti ovunque la si pianti.

Questa la considerazione finale che apre la descrizione dei piatti e dei vini:
Il Trebbiano si dimostra vino indipendente e sensuale, versatile e intensamente fisico, ma soprattutto capace di emanciparsi attraverso la fermentazione spontanea e in virtù di una territorialità piena, restituita integralmente. La nostra selezione ha esibito una partecipazione gustativa che alla gran parte dei vini è sconosciuta, così non è stato difficile trovare sempre un vino pronto a seguire le veraci specialità del Palmizio. Lo consideriamo un incrocio di croccanti schiettezze e singolari imperfezioni, da misurare con la capacità di ascolto e accoglienza che ogni enofilo può imparare a praticare.

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