ALBA WINE EXHIBITION 2005 – Alcuni dati

Per capire meglio lo sforzo fatto negli ultimi anni dai produttori e fotografare al meglio l’irruenza che ha avuto la forza del mercato nelle Langhe riporto di seguito alcune dati che ci ha fornito l’organizzazione della manifestazione (fonte Camera di Commercio di Cuneo Elaborazione Unione Produttori Vini Albesi -Albeisa-).
Tra il 1995 e il 2004 la superficie dedicata alla produzione di vino Barbaresco è aumentata del 42% (+200 HA), i proprietari delle aziende sono diminuiti del 9% (-39 ditte), la superficie media per azienda è aumentata del 56% (da 1,10 a 1,72 HA per proprietario), il numero di bottiglie prodotte è cresciuto del 65% (+1.575.333 bottiglie tra 1996 e il 2004). Nello stesso periodo la superficie dedicata alla produzione di vino Barolo è aumentata del 45% (+529 HA), i proprietari delle aziende sono diminuiti del 20% (-205 ditte), la superficie media per azienda è aumentata dell’ 84% (da 1,23 a 2,26 HA per proprietario), il numero di bottiglie prodotte è aumentate del 66% (+4.059.866 bottiglie tra 1996 e il 2004). Il Barbaresco si vende in 37 paesi: il 47,9% in Italia, il 25% negli USA, l’8,5% in Svizzera, il 4,9% in Germania, il 4,5% in Giappone, solo lo 0,7% negli UK. Il Barolo, invece, in 48 paesi: il 34,7% in Italia, il 14,4% negli USA, l’8,4% in Svizzera, l’8,6% in Germania, il 7,3% in Giappone, il 14,3% negli UK.

Questa concentrazione di potere e l’aumento di produzione hanno imposto in breve delle nuove regole di “confezionamento” del prodotto, trascinando nel vortice anche numerosi piccoli produttori con conseguenze per loro in prospettiva pesanti.

In ultimo, può essere utile riflettere anche su cosa i degustatori esteri cerchino nei nostri vini. Ho avuto modo di incontrare più volte in varie degustazioni un giornalista-importatore giapponese e di confrontarmi con lui sul modo con cui seleziona i prodotti potenzialmente interessanti per il mercato nipponico: l’opulenza è il criterio principe, ha bisogno di vini che si impongano nell’immediato, invadenti. Questa struttura circolare di rinforzamento reciproco dei vari attori del gioco è stata sicuramente una delle cause dell’aumento dei prezzi, dell’imposizione del gusto omologo ed ora della stanchezza del consumatore. Non è tutto qui e questa non vuole essere un’analisi esaustiva del problema, è innegabile che sia una parte della storia.