11Dicembre2014
sandro sangiorgi
La premessa nella presentazione dell’evento:
Ho conosciuto il Trebbiano in una fase molto delicata della sua storia, quando solo in rarissimi casi si poteva parlare di vino di qualità. La gran parte del liquido in circolazione era completamente anonima. Il Trebbiano d’Abruzzo di Valentini e Pepe, il bianco di Montevertine nel Chianti e il Torgiano Riserva Vigna Il Pino di Lungarotti erano tra i pochi esempi virtuosi, perché non avevano tradito le radici culturali e colturali della varietà bianca italiana più diffusa, né avevano rinunciato a un’espressività autentica, in totale controtendenza con l’espansione dei bianchi fruttati a prescindere. Potete quindi immaginare la nostra soddisfazione quando, alcuni anni fa, abbiamo cominciato a percepire lo sforzo di numerosi viticoltori per riportare il Trebbiano nella sua dimensione di bianco versatile, suadente e tattile, caratterizzato dall’emancipazione dei profumi fermentativi da associare all’impronta di ogni luogo. È stato ripensato alla luce di ciò che i maestri avevano lasciato, senza perdere la preziosa libertà d’interpretazione, ma perseguendo un senso storico, vera bussola di ogni denominazione d’origine.
La degustazione sarà un confronto tra almeno dieci esemplari serviti alla cieca originati da diverse regioni dell’Italia centrale, Umbria, Toscana, Marche e Abruzzo, nelle quali abbiamo scoperto lo slancio con cui viene custodita l’identità del Trebbiano, varietà resistente e malleabile ma non così incline a dare i migliori frutti ovunque la si pianti.

Questa la considerazione finale che apre la descrizione dei piatti e dei vini:
Il Trebbiano si dimostra vino indipendente e sensuale, versatile e intensamente fisico, ma soprattutto capace di emanciparsi attraverso la fermentazione spontanea e in virtù di una territorialità piena, restituita integralmente. La nostra selezione ha esibito una partecipazione gustativa che alla gran parte dei vini è sconosciuta, così non è stato difficile trovare sempre un vino pronto a seguire le veraci specialità del Palmizio. Lo consideriamo un incrocio di croccanti schiettezze e singolari imperfezioni, da misurare con la capacità di ascolto e accoglienza che ogni enofilo può imparare a praticare.

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12Novembre2014
matteo gallello
foto di claudio caputo
note di matteo gallello
La serata è stata organizzata da Matteo Gallello, grazie all’aiuto di Miriana Baraboglia, Claudio Caputo e Roberta Facchini, condotta da Stefano Callegari - che ringraziamo per la grande disponibilità - e Sandro Sangiorgi.
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18Agosto2014
matteo gallello
La degustazione dei vini del Collio si è svolta il 28 marzo presso la sede di Porthos, è stata organizzata da Matteo Gallello, con l’aiuto di Miriana Baraboglia e Claudio Caputo, e condotta da Emanuele Giannone con Sandro Sangiorgi. Un grazie particolare va a Roberto Terpin per il tema.
Nel ripercorrere i vini della degustazione, come complesso di elementi, è emersa forte la spiccata identità di ogni singolo liquido, nonostante il “comune territorio di confine”. L’impronta identitaria mi ha fatto pensare a una premessa strutturalista la cui definizione generale, letta qualche tempo prima sull’Enciclopedia Italiana Treccani, mi è parsa calzasse a pennello per l’occasione: l’intera degustazione «costituisce una struttura, ossia un insieme organico e globale i cui elementi costitutivi non hanno valore funzionale autonomo ma lo assumono nelle relazioni oppositive e distintive di ciascun elemento rispetto a tutti gli altri dell’insieme».

foto di claudio caputo
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29Maggio2014
matteo gallello
La serata si è svolta il 29 aprile presso la sede di Porthos; è stata organizzata da Matteo Gallello con l’aiuto di Miriana Baraboglia e Claudio Caputo, condotta da Sandro Sangiorgi con Flavio Castaldo - autore di Archeologia dei vini in Campania - e sua moglie Antonella Lonardo. A loro un grazie particolare per la competenza storica e la capacità narrativa. Per un ulteriore approfondimento vi rimandiamo alla conversazione con Sandro Lonardo di gennaio 2013.

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21Marzo2014
sandro sangiorgi
La serata si è svolta presso l’enoteca Cosimo VINO ARTE MUSICA di Fano.

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a cura di sandro sangiorgi e matteo gallello
Il seminario, svolto presso la sede di Porthos, è stato organizzato da Matteo Gallello con l'aiuto di Miriana Baraboglia e Claudio Caputo, condotto da Sandro Sangiorgi. Un grazie particolare a Giuliano Milana, sismologo e vulcanologo, a Salvo Foti, enologo e presidente del Consorzio I Vigneri, a Frank Cornelissen e Alberto Graci.
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