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Taurasi – rigore e veracità, le note di degustazione

La serata si è svolta il 29 aprile presso la sede di Porthos; è stata organizzata da Matteo Gallello con l’aiuto di Miriana Baraboglia e Claudio Caputo, condotta da Sandro Sangiorgi con Flavio Castaldo – autore di Archeologia dei vini in Campania – e sua moglie Antonella Lonardo. A loro un grazie particolare per la competenza storica e la capacità narrativa. Per un ulteriore approfondimento vi rimandiamo alla conversazione con Sandro Lonardo di gennaio 2013.

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Gioviano 2008 Il Cancelliere (Montemarano)
Sanguigno, ferroso e succulenza di ciliegia. Il bicchiere in movimento fa emergere aspetti eterei di kirsch, poi i più organici di terra bagnata. È un vino pieno di riferimenti, cangiante; ha sostanza e gradualità, è capace di concedersi con calma nonostante l’energia scalpitante. Ha uno sviluppo semplice, immediato, progressivo. Il tannino è scolpito, potente e unito. Sorprende l’aspetto salino con un’eredità pulita e capacità di tenuta.
 
Clown Oenologue (aglianico da vari vigneti, in prevalenza in Montemarano) 2006 Cantina Giardino (Ariano Irpino)
Organico, acidità volatile importante all’inizio, pesche rosse macerate. Complesso odoroso confuso, contrastante con aspetti ariosi e maturi. Si apre su richiami balsamici e di grafite; è speziato, fragrante, luminoso, gentile. La tattilità è di aspetto antico, ha tannini affilati e avvolgenti senza invandenza; l’acidità nervosa consegna una grande tensione gustativa. Lascia un sentore affumicato e di ricchezza floreale. Combina la purezza a una chiara evocazione di spontaneità.

Poliphemo 2009 Luigi Tecce (Paternopoli)
Tono austero, inquieto, cupo. Emerge il vegetale poco composto del rovere che si affianca a uno spessore granitico, al frutto scuro. Non si concede, appare quasi monocorde, indisponibile, affiora un aspetto mentolato. In bocca ribadisce il comportamento e scommette tutto sulla potenza, i tannini tengono quasi in ostaggio la lingua, anche per l’apporto del legno. Selvaggio, crudo, l’amaro del finale si impone. Un vino di peso, non lascia una traccia memorabile.

Taurasi 1999 Contrade di Taurasi
Esordio marino, poi di terra rocciosa, sgretolata. Grande dignità al naso, si espande con veraci note mediterranee. Suggestiva la freschezza unita alla maturità. In bocca i tannini sono impeccabili per compostezza, acidità rettilinea, amaricante, una percezione totale che riporta alla coesione. Il tempo è passato in modo virtuoso, tutto è collocato e composto nello spazio del liquido. Pieno, saporito, un grande equilibrio interno.

Taurasi 2008 Contrade di Taurasi
Erbe aromatiche e odori netti di pietra tufacea, piccoli frutti rossi, uno spettro leggiadro. L’oscurità è potenziale espressivo; non è imbrigliato nella densità, c’è un equilibrio già godibile e compiuto. In bocca è pieno, serio, appagante; l’acidità misurata supporta il calore esuberante e il tannino è d’impeccabile disposizione. Lascia la bocca pulita con un ritorno di chiara integrità. Il vino è piacevole grazie alla percezione complessiva di un riuscito legame tra le parti.
   
Taurasi Coste 2008 Contrade di Taurasi
Impronta terroso-umida, lievi note lattiche, morbidezze che si alternano ad aspetti salmastri. In bocca è avvertibile il volume e la pienezza; lo caratterizza un aspetto fluviale che gli conferisce vitalità; i tannini hanno una ricchezza e una disposizione fitta, meno compiuta del precedente; vive di contrasti positivi, è solare, generoso, poco disciplinato. Di grande talento.

Taurasi Vigne d’Alto 2008 Contrade di Taurasi
Vegetali freschi, quasi vinoso – ricorda i raspi – e ancora più inquieto del precedente. Radici amare, toni balsamici, poi carne frollata. Grande fermezza, il più severo tra i Taurasi di Lonardo; in bocca il tratto inflessibile dei tannini incontra l’aspetto linfatico-terroso, l’acidità e l’alcol si tengono a bada vicendevolmente, non mollano un attimo. Può intimorire il peso specifico sulla lingua ma in fondo il corpo è robusto e nervoso, fervido e autorevole.

 

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