Lo zafferano, Maggiani e il gastronauta

Tempo fa parlai di un libro di Maurizio Maggiani (La regina disadorna) col mio amico Paolo. Premesso che siamo entrambi ammiratori di Maggiani, confesso che insieme arrivammo a esprimere qualche perplessità.

Non è il caso di trattarne in dettaglio, in fondo erano disquisizioni di due che, lo ripeto, apprezzano i libri e il modo di scrivere dell’autore ligure.
Chi non avesse letto La regina disadorna, sappia che il romanzo racconta di mille cose e anche dello zafferano, come uno scrittore sa fare. Potrà piacere tanto o poco, ma ne consiglio vivamente la lettura, soprattutto a chi ha ricevuto la newsletter Squisito di lunedì 21 agosto 2006.
Come costoro avranno notato, la newsletter contiene un articolo in cui Davide Paolini, il Gastronauta, affronta lo zafferano da par suo. Sarà che quando sento “gastro”mi faccio acido, ma quelle righe tronfie, a metà fra il depliant della proloco e il temino delle vacanze, mi hanno fatto pensare alle chiacchiere con Paolo. E al piacere di leggere cose scritte bene. E alla fatica di scriverle. Per giunta, a me lo zafferano piace, a Paolo non so.