Tristo e Brucisco della Cantina Marco Merlo - Porthos Edizioni

26 maggio – Tristo e Brucisco, Marco ed Enzo Merli

Nel buio dello spazio di vita a me concesso, ascolto il tic e il tac di un orologio sospeso da qualche parte sopra i pensieri che si aprono e svaniscono e si mescolano tra loro. 
È come se la notte passando, portasse avanti un vento in grado di fermare i tempi delle cose vissute e illuminasse, qua e là, liberando dalle nubi il volto della luna, improvvisati scorci di mondo che i miei occhi hanno cercato e guardato e che ora ritrovano senza il bisogno di riaprirsi.             
Mi ritornano le parole di Marco, la sua schiena distesa a terra in un allungo che tende al riassesto di un equilibrio in un quotidiano esercizio corporale.
Non so. Mi sembra di essere entrato in una spirale di preoccupazioni. Ci sono troppi pensieri…le fatture, i conti, le vendite…che quando porto un vino da far assaggiare vivo l′ansia delle attese e dell′aspettativa degli altri…
Ma è solo uno scorcio di mondo, già il suo parlare si fa più deciso e consapevole e sentito, rasserenato. 
Domani ti faccio vedere la terra dove pianteremo il nuovo vigneto.  
E poi i nomi.                      

Tristo e Brucisco della Cantina Marco Merlo - Porthos Edizioni
                 

Mi addormento con le scritte impresse sulle bottiglie del vino. Tristo, Brucisco, Janus…ancora non ho chiesto niente, ho solo bevuto quei nomi e forse adesso, una parte di me, è curiosa di vederci oltre e sentire come l′uomo e la terra si siano incontrati. Del resto sono nomi che mi evocano un carattere, un modo di intendere un luogo o una persona, qualcosa di accennato e di intimo e non quel senso annientato dall′esasperazione forzata e dalla      banalizzazione, nascosto dietro all′effetto “a tutti i costi”; ecco qui Paradigma, poco più avanti Solo Uva, lassù Soffocone…         
Poveri nomi, poveri noi.

Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l′inizio e là la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
che sappian tutto ciò che fu e sarà;
non c′è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con gli dei.                                                                
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose. 

                                                   R. M. Rilke

Il vento della notte ha sciolto i grigi del cielo e la mattina vive asciutta e lustra di preoccupazioni. Nella vigna dello sfuso ritorniamo a doppia coppia per terminare il lavoro iniziato. Il terreno tra i filari tiene in sé ancora le acque piovute, le foglie e i tralci puntano asciutti verso l′alto.

Marco Merli nella vigna dello sfuso - Porthos Edizioni

In tre ore la particella in piano è sistemata e all′inizio di un filare ci ripuliamo le scarpe dal fango osservando compiaciuti l′ordine della natura temporaneamente ristabilito.
Io e Marco facciamo la strada verso la casa del diavolo.
Oggi ti faccio assaggiare il taglio bordolese poi per pranzo riempio una caraffa con un po’ di vino sfuso.
Dalle botti mi versa nel bicchiere il taglio 2013 e poi il 2012.
Sono vini con un′anima calda e forte, forse in un momento di movimento dove il legno ancora si fa sentire sopra l′acidità che pure, in fondo, si percepisce. Mi piacerebbe riassaggiarli tra qualche anno.
Nella cantinetta dove sono stoccati i cartoni in attesa di spedizione Marco avvicina una brocca ad una vasca di acciaio e la riempie di vino rosso.

Cantina Marco Merli - Porthos Edizioni

Poi apparecchiamo la tavola e attendiamo Patrizia ed Enzo. 
Aglio, olio e peperoncino e cuori di carciofo fatti cuocere con vino e limone e mentuccia per quasi un′ora.   
Enzo si lamenta della schiena.
Ho zappato sotto al filare dove si erano rifatti i rovi. 
E si versa un bicchiere. Ho scoperto che il vino rosso attenua il senso di piccantezza nel palato, almeno per me funziona bene. 
Lo sfuso è un vino quotidiano, leggero e facile, ci si sente l′uva appena spremuta, l′allegria della vendemmia.

Cantina Marco Merli - Porthos Edizioni

Con i carciofi non è facile bere ma provo a versarmi un sorso di Zerodibabo, il rosato di Sangiovese.
L′accostamento mi soddisfa, le due acidità non si annullano e cibo e vino si lasciano campo a vicenda. Dopo pranzo si cerca un piccolo bancale dove mettere i cartoni da portare al corriere per la spedizione.
Enzo provvisto di metro e sega taglia le estremità di legno in avanzo. Precisione paterna.   
Fatta la consegna a Ponte San Giovanni risaliamo la valle verso le terre acquistate. All′imbocco della salita alcuni vigneti e un campo ricolmo di pannelli solari.

Tristo e Brucisco, Marco ed Enzo Merli - Porthos Edizioni

Questa era la vigna che lavoravamo prima. Il progetto era quello di costruirci una cantina a fianco ma poi le cose sono cambiate. Il vicino ha estirpato le sue piante di vite e ha fatto installare quei pannelli solari. Un giorno mi chiama un tecnico di questa società elettrica e mi dice che devo firmare una carta. Praticamente la ditta deve fare dei lavori necessari all′impianto elettrico accanto ai pannelli e deve farli nella nostra proprietà. Succede che io non voglio firmare e dopo pochi giorni io e mio padre ci troviamo a tavolino con i responsabili della ditta e un loro avvocato. Visto che il terreno dove volevo costruirci la cantina è stato irrimediabilmente rovinato e la società necessita fare dei lavori strutturali dentro la nostra terra, mi viene l′idea di vendere tutto. Bastano pochi minuti per arrivare a un accordo. Ho finito di pagare qualche debito e tra affitti e il nuovo terreno comprato posso contare in futuro su sette ettari da lavorare a vigna.  
Passando guardo lo scempio da una parte e il vigneto dall′altra che ora è nelle mani di chi la terra non sa neppure come si volta, ne sa solo dare una valutazione e un prezzo, vederci un investimento. È stata una scelta importante.
Ora ti sei spostato in alto verso la dorsale, ti sei addentrato nei boschi. Alla fine hai trovato un tuo luogo, una tua solitudine da custodire. E poi dai, è un pò quello che sei, ti piace correre in salita come me… dovevi arrivarci per forza lassù. 
Sono parole che penso senza dirle.
Ma quando arriviamo in alto e Marco mi parla della terra che abbiamo davanti, che lì bisogna togliere gli ulivi per metterci la vigna e che di là l′esposizione è in pieno sud, vedo i suoi occhi accendersi e sento la sua voce prendere forza e le parole allora pensate tornano e si mettono per iscritto da sole.
Sono buone pendenze, una collina dove la vigna potrà crescere in pace lontano dai rumori e dalle strade. 
E ci sarà da faticare.
Andiamo a vedere il vigneto con gli ulivi. Il signore che lo aveva me la ceduto in gestione, voleva lasciarmi anche gli ulivi ma non ce n′è il tempo.
Entriamo nella proprietà dove i filari di vite stanno vicinissimi agli alberi di ulivo. I grappoli di Sangiovese sono in fioritura. Marco passando tra le file aggiusta e toglie con un′attenzione che mostra il legame affettivo tra la pianta e l′uomo. 

Tristo e Brucisco, Marco ed Enzo Merli - Porthos Edizioni

E Tristo cosa significa?
La curiosità trova così una naturale espressione in un naturale momento della giornata.
Tristo da noi sta ad indicare una persona scontrosa, cattiva (in senso buono), diciamo che mi ci ritrovo in questo aggettivo, da ragazzo quando si giocava a pallone, nelle risse in campo, ero sempre di mezzo.
Non a caso il nome è legato al Trebbiano, è il vitigno che più senti appattenere a questo territorio, che più senti tuo. E poi il Tristo rosso è la tua versione personale del Sangiovese con la macerazione carbonica. Porti la vasca direttamente in vigna per la vendemmia. Dopo la macerazione lo affini in cantina per qualche anno. 

E Brucisco.
Brucisco è il soprannome di mio padre.

 Lascio spazio all′immaginazione e non chiedo altro. Mi basta pensare ai due nomi, ai due vini che tengono assieme un padre e un figlio. 

Per me non è importante chiamare un differente vino con un nome diverso.
Come hai visto il Tristo è sia bianco che rosso e così anche il Brucisco. Dietro al nome c′è un′idea che va bene sia per un vino rosso che per un bianco.
Invece Janus?
Janus è il nome del clone di Sangiovese che vinifico. La cosa bella è che il primo vigneto di Sangiovese che lavoravo era Janus e quello che ho trovato nel vigneto attuale è lo stesso clone. 
Già, una bella fatalità.
Torniamo in macchina e andiamo a vedere l′ultimo vigneto, quello vicino al lago artificiale. Quando arriviamo il padre sta finendo il trattamento. Marck, dalla casa vicina alla vigna ci raggiunge e passiamo in rassegna le piante. Il sole è tra le nuvole e le sagome dei sempre verdi che cingono dall′alto il campo.

Tristo e Brucisco, Marco ed Enzo Merli - Porthos Edizioni

Possiamo registrare qualche parola qui se ti va bene.
Certo.
Mentre preparo il microfono, Marco si stende a terra in mezzo ad una fila di piante.
Stai, stai, è una posizione spontanea, filmiamo così, mi stendo anch′io.
Marck ci guarda e ascolta Marco parlare. Il breve dialogo porta semplici riflessioni che sono felice di ascoltare e tenere da parte.
Enzo, lasciato il trattore rimane con noi a guardare e sistemare qua e là i tralci, poi ci avviamo verso casa, poco distante dal cartello che segnala il paese.

Casa del Diavolo, Perugia - Porthos Edizioni

Stasera assaggiamo lo Janus. È un Sangiovese che dopo una breve macerazione affina in barrique per qualche mese.
L′affinamento lo rende un vino di struttura importante con dietro una bella acidità che arriva alla fine del sorso. 
È una serata di compagnia, assaggiamo diversi vini, mangiamo cose cucinate al momento e parliamo senza guardare ai minuti, alle ore che vanno. 
Le stelle sono chiare in cielo.
Il sonno benevolo.
La mattina beviamo l′ultimo caffè assieme e ci muoviamo verso il vigneto Geranio dove ci sono ancora dei filari di vecchie viti da sistemare.
Il luogo abbracciato dal temporale dell′altro ieri, oggi risplende di sole.

Vigneto Geranio della Cantina Marco Merli - Porthos Edizioni

Un paio di ore di lavoro poi saluto tutti e Marco mi accompagna alla piccola stazione del treno con un unico vagone. Ci stringiamo la mano con qualcosa che fa fatica a dirsi. Non tutte le partenze hanno lo stesso sentimento.     
Poco dopo arriva un messaggio di Marco.                           
 
Quando vorrai ripassare in Umbria sarai sempre il benvenuto a cantinamarcomerli…
Scusa se sono scappato via di corsa ma salutarti mi ha un po′ commosso..
Un abbraccio.
TRISTO.    
 
Grande Tristo, sarà una parola in più per me, la tristezza poi avrà anche un volto diverso. Ti ringrazio di cuore del tempo trascorso assieme. Ci sono cose che non finiscono qua… questa è una di quelle, quindi a presto.
Un abbraccio e fa bèl come di dice dalle mie parti. 

Tristo e Brucisco, Marco ed Enzo Merli - Porthos Edizioni