29 Ago Cosa è stato Pieropan per noi amanti del vino
foto di giampi giacobbo
Cresciuto sotto la guida del padre, Nino aveva compreso sia quanto fosse fondamentale ritornare a considerare il vigneto come il principale propulsore del liquido, sia quanto fosse utile crearsi una competenza per adeguarsi alla qualità della materia prima. Pieropan credeva nella garganega e in quelle varietà, come il trebbiano, detto in loco “turbiana”, che potevano essere una preziosa spalla, assecondando la consuetudine suavese. La pergola semplice dei suoi vigneti più vecchi era una delle risorse per rafforzare la personalità della garganega, sebbene l’esperienza gli avesse offerto l’opportunità di adattare gli impianti alle condizioni che ogni collina del territorio proponeva. Nino aveva appurato che nel comune di Soave da tempo si era affermata la pratica di separare il mosto fiore dalle bucce, a differenza della vicina Monteforte dove in alcune contrade, come Brognoligo, era stata mantenuta l’abitudine della fermentazione con macerazione.
L’eleganza e l’equilibrio, la lunghezza e la persistenza, sono stati a lungo gli aspetti distintivi dei migliori vini di Pieropan, il quale si era applicato con successo anche al Recioto e al Passito, ottenendo risultati vibranti e armonici. Per anni i Soave dell’azienda di via Camuzzoni hanno saputo maturare, anche nel rovere, e affinarsi nel vetro evolvendosi in affascinanti complessità.
La coerenza di Pieropan non si è mai piegata alla moda di passaggio, la bellezza delle sue bottiglie era emersa proprio quando il vino bianco non lo voleva più nessuno, tanto da poter mantenere prezzi autorevoli e non farsi trascinare in soluzioni superficiali e posticce.
La sua capacità di vedere oltre un risultato immediato, e di pianificare con giudizio il lavoro, è stata chiara quando ha saputo dare ai suoi due figli la possibilità di produrre in proprio in due zone differenti. Un segno ulteriore di quell’unità familiare, costruita con la moglie Teresita, che si traduce in azioni che rendono meno nebuloso il futuro.
Come sostenitore del vino naturale, è stato fatale che io cambiassi la mia percezione di molti dei liquidi che un tempo ho amato profondamente, verso i quali non ho più ritrovato la medesima e avvincente sintonia. È accaduto anche con Pieropan che, probabilmente, non ha cambiato quasi nulla del suo modo d’intendere il vino. La questione riguarda la metamorfosi del mio approccio e il desiderio di sentire il liquido in modo completamente diverso dal passato.
Il territorio di Soave, salvo qualche sprazzo, non ha ancora saputo trovare un produttore capace, attraverso una scelta naturale, di difendere e rappresentare la personalità di un vino tanto prezioso. Nessuno, solo pochi anni fa, avrebbe immaginato che per bere una Garganega interessante avrebbe preferito andare a Gambellara o, addirittura, nei Colli Euganei. Col suo modo educato, Nino Pieropan è stato un leader, un esempio, un interprete creativo e sensibile.