Tra le vigne di Syrah dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

22 maggio – Stefano Amerighi

Sento suonare una sveglia a pochi metri da dove sono. Una luce diffusa rischiara, debole, il risveglio.
Dalla finestra le vigne e un cielo che sembra cercarle avvicinando il suo corpo alla terra e facendosi grosso di nuvole.     
Beviamo un caffè e ci incamminiamo verso i filari. Qualcuno è già piegato con le mani che si muovono sicure dentro alle piante. Mi inginocchio accanto a Stefano e lo osservo ascoltando le sue parole. 

Tra le vigne di Syrah dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Ogni pianta la devi guardare per intero, prima di tutto. Poi togli gli eccessi e i polloni che prendono una direzione lontana dalla forma e dall’impostazione che le vuoi dare.

 

Alleggerire e togliere una sovrabbondanza e preparare un percorso che la conoscenza e il nostro intuito ci dicono buono per lei affinché produca una giusta quantità di uva e, nello stesso, tempo si sviluppi secondo una forma che le consenta di propagarsi alimentando tralci, germogli e grappolo senza una dispersione di energie.

Tra le vigne di Syrah dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Dopo tre, quattro piante in cui le mani di Stefano tagliano e tolgono, prendo coraggio e mi metto vis a vis con una vite di Syrah. Di tanto in tanto chiedo un aiuto ma più passa il tempo più mi avvicino ad ogni pianta con maggiore consapevolezza e sensibilità e allora l’ascolto si allarga anche alle voci degli uomini che ho attorno.
Sono voci che scherzano, si prendono in giro, giocano e si divertono senza troppo rumore, in un equilibrato stare insieme familiare.

Tra le vigne di Syrah dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Inizia a piovere, me l’ero dimenticato che il cielo era lì lì per scendere in basso. Ci ripariamo sotto ad una tettoia di legno aspettando il da farsi. Poi smette, ma dopo dieci minuti ricomincia peggio di prima. 
Andiamo in cantina che almeno finiamo di lavare le vasche e le botti e ci mettiamo ad etichettare.
Così da un esterno verso un interno.
Ognuno prende il proprio posto, chi tra le file di vasche in cemento, chi accanto a una botte, chi lungo la macchina che etichetta.        
Mi unisco ai ragazzi vicini alle bottiglie spoglie. Due di loro le puliscono con un panno, al centro della macchina si controlla che tutto scorra senza errori o imperfezioni, che l’etichetta non sia troppo alta o troppo bassa, io le sistemo nei cartoni da sei, un altro ragazzo provvede a sigillarli e li porta sopra un bancale.
Intanto c’è chi è dentro le vasche di cemento, ne esce un suono di acqua e un raschiare leggero.

Nella cantina dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Una botte viene fatta rollare da una parte e dall’altra per fare in modo che tutta la superficie interna venga raggiunta dall’acqua detergente. Il primo bancale viene portato con un trespalle a ridosso di uno dei muri della cantina in attesa della spedizione e al suo posto, un secondo, si sta pian piano appesantendo.       

Nella cantina dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Fuori non smette di piovere.           
Piove sulle vigne che ci circondano, in basso le chianine stanno ferme sotto la tettoia, l′acqua nel contenitore graduato arriva alla linea sopra cui c′è scritto 10 ml.                                       
Hai voglia di assaggiare qualcosa? Devo sentite come sta il vino per decidere i tagli da fare.
Seguo Stefano al piano sotterraneo dove in una stanza si trovano alcune barrique, un′anfora in terracotta e tre vasi a forma sferica di ceramica. 

Nella cantina dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Sto sperimentando questi nuovi contenitori per vedere come si comporta il vino. La ceramica dovrebbe essere un materiale che più della terracotta permette uno scambio con l’esterno. 
Nei primi due c’è della Syrah con un trenta per cento di raspo, nel primo è stato fatto un travaso con aggiunta di solforosa, nell’altro il vino non è stato travasato e non è stata aggiunta solforosa. Beviamo. Il primo assaggio restituisce una maggiore pulizia e morbidezza mentre il secondo vira verso rusticità e ampiezza.    
In questo vaso i grappoli sono stati messi per intero, nessun travaso e niente solforosa. 
Ritorna la sensazione del vino di Clotaire, ruvidezza e acidità, in parte attenuata e quasi domata dalla materia del contenitore che sembra raffreddarlo.
Saliamo al piano terra e continuiamo gli assaggi dell’annata 2014 dalle vasche di cemento. Attaccato ad ogni vasca un piccolo cartello con scritto l′anno e la particella di provenienza.       

Nella cantina dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Beviamo e parliamo di ciascun vino. È l’intero vigneto nelle sue diverse parti, esposizioni, viti, terreni ad entrare in contatto con le nostre sensazioni. Ogni vasca un pezzetto di complessità, un proprio sviluppo individuale dove un ceppo di lievito piuttosto che un altro ha guidato la fermentazione, un insieme di diverse espressioni nate dalla comune radice di essere Syrah.

Nella cantina dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Una, due, tre, quattro… saranno una decina di vasche, dieci parcelle, dieci vini. Un’annata che sento solida, ritta in piedi su di una colonna portante fresca e verticale. Qua prevale un senso di dolcezza, là un senso di acidità, dappertutto una percezione di scorza di arancia e un diffondersi di sangue e ferro come fosse nell’aria la presenza di carne ancora cruda.
Stefano sembra soddisfatto degli assaggi, ritorna a sentire il vino di vasche già passate forse per una conferma o un confronto più ravvicinato. Scrive qualcosa su un pezzo di carta e poi dice a Calogero come procedere e quali vasche assemblare.                            

Nella cantina dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Qualcuno provvede a colmare le botti scolme, io torno ad aiutare la catena dell′etichettatura.            

Nella cantina dell'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni
     

All′ora di pranzo ha smesso di piovere.
Il vaso graduato dice che sono caduti 17 ml di acqua, le mucche stanno fuori a guardare il paesaggio dal limite della staccionata, noi ci avviamo verso il casolare. 
Sembra un giornata di autunno. L’aria è fredda e umida e il vino assaggiato ha portato voglia di cibo. Quando apriamo la porta d’ingresso ci accoglie il caldo abbraccio di un fuoco acceso da Calogero.
Stefano raduna le braci e sistema una fiorentina di quasi due kg sulla graticola. Poi stappa una bottiglia di Apice 2010, la Syrah dedicata alla figlia.

Apice 2010 Stefano Amerighi

Qualche grano di sale e pepe e un filo di olio vecchio, si dà una volta alla bistecca e ci sediamo a tavola.
L’interno della carne è rosso di sangue e il suo succo si diffonde in bocca accompagnato dal focoso sentore affumicato della brace e della cenere.

L'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni

Il vino segue le linee del sangue, le venature morbide di un animale sacrificato ammorbidendone la voce grassa e ristabilendo un equilibrio e un ordine di umori.
Trovo in questo vitigno un aspetto estremamente sensuale e, nella sua delicata e sottile buccia, un elemento femminile di fragilità che mi ha convinto e contagiato. Mi appassiona la ricerca continua dell′espressione che di anno in anno può avere questo vino a seconda del pezzo di vigna e del tipo di clone impiantato. 

Raccogliamo il sughetto sotto la carne con un pezzo di pane. La mollica assorbe il rosso e il verde, il sangue e l′olio. Parliamo della campagna, della necessità di starci in mezzo e della continuità di fatica che abbisogna giorno dopo giorno. Questo pensiero di concretezza e di vissuto di pelle, muscoli e corpo sembra scavalcato, riflettendo sulla società di ora, da un rapido cortocircuito che lo affranca dalla sofferenza e dal contrasto generazionale. Si respira uno pseudo romanticismo, una rivisitazione grottesca di un mondo a cui non viene riconosciuta la sincera complessità.

È un salto che cerca il risultato senza lo sforzo necessario che ci sta in mezzo. All′inizio di questo lavoro ho vissuto un logoramento nei rapporti umani, ma questo stesso logoramento mi ha dato una visione pragmatica e realistica lontana dai soliti cliché della vita di campagna. Vedi, anche il concetto di famiglia è cambiato. Sento che mi sono avvicinato alle persone anche grazie alla campagna. È un lavorare assieme tenuto su da un vero sentimento.
Queste sono le condizioni per un convivere quotidiano che permette di affrontare le fatiche con la leggerezza di una complicità e una intimità tra terra, uomo e donna.                

L'azienda biodinamica di Stefano Amerighi a Cortona - Porthos Edizioni
   

Il fuoco si è spento senza raffreddare l′ambiente. Stefano si ricorda che deve andare a Firenze a ritirare le nuove etichette. Saluto lui e Calogero e ripenso alle cose dette mentre lavo i piatti. Si può parlare, parlare e non finire ma, come sempre, resta l’azione, il sistemare, l’eterno fare.