Due libri

Due libri identici. Stessa grafica stesso editore. Quello di Mario Paolo Falcetti sembra interessante, forse per la bella foto in copertina, forse per il nome: Terre. L’autore, agronomo ed enologo, è direttore dell’Azienda Contadi Castaldi in Franciacorta e responsabile tecnico dell’Azienda pugliese Mirabile. E’ firmatario del manifesto “Appello sul vino, il mercato e l’enologia del III millennio”, di cui abbiamo parlato nell’articolo del 29 marzoLa dittatura del consumatore globale.
Dalla Facoltà di Viticoltura ed Enologia ai viaggi in Francia, Spagna, Australia e California. L’autore non trascura paesi “emergenti” come Bulgaria e Cina. In ogni capitolo, cenni storici in stile enciclopedico e qualche frase in dialetto o nella lingua del posto. Il racconto di una carriera. La frase che più mi torna in mente si trova nel capitolo sulla Sicilia: “Voglio creare dei vini che trasmettano le mie passioni, il mio amore per questa terra, la mia ennesima sfida”. E’ il periodo delle personalizzazioni, invece di pensare a comunicare i luoghi si provvede a rappresentarsi. Il libro è pieno di autoreferenzialità. I viaggi fatti per rincorrere il vino sono raccontati alla maniera di un diario del liceo. Senza nessuna continuità stilistica inserisce informazioni di natura storica o naturalistica come in un copia-incolla da internet. Davanti alle citazioni dei grandi del passato viene fuori ancor più la vuotezza della narrazione. Difficile andare avanti, concedo tempo ma arrivata al cosiddetto “gioco della cuvée”, ideato dall’autore in Franciacorta, mi fermo.
Non è un dovere scrivere un libro.

E’ della stessa casa editrice il secondo libro che ho tra le mani: La montagna di fuoco di Salvo Foti. E’ molto diverso da quello che Foti scrisse nel 2001, Etna, i vini del vulcano. Gli aspetti scientifici e didattici lasciano spazio a una sentita riflessione personale.
L’autore ci proietta dentro la trama “Questa è la storia di un viaggio diverso dai soliti. Abitualmente si visitano posti a noi sconosciuti (…). Questo libro racconta di un viaggiatore, accompagnato da un amico, che esplora i paesi, i posti e il territorio in cui è nato, vive e lavora”. Di paese in paese i due raccontano cene, vigneti e il cielo dell’Etna, offrendo l’opportunità di conoscere piatti della gastronomia siciliana, i vini della tradizione, chi sono i vigneri, cosa sono i palmenti, la stimolante contraddizione di un paesaggio di montagna che strizza l’occhio al mare. Non so se è una finzione funzionale alla narrazione o un viaggio vero, tuttavia coinvolge il lettore. Nessuna aspirazione letteraria, nessuna traccia di autocelebrazione. Senza reverenza Foti racconta la sua montagna, l’Etna. Il lettore è coinvolto dall’imbarazzo e dall’orgoglio che Foti tradisce di fronte alla situazione della Sicilia. La forma dialogica, non scontata, aiuta la narrazione e la spoglia di autoreferenzialità. I problemi che i due affrontano durante il viaggio sono di grande attualità: le politiche dell’Unione Europea, la possibilità di una via naturale alla produzione del vino, le speculazioni sulla viticoltura siciliana, le esigenze del mercato e le necessità della terra; gli anziani, demoralizzati dalla generazione degli anni del boom e i giovani senza maestri. Evitando risposte definitive l’autore lascia uno spazio aperto alla riflessione.

Un’univoca fisionomia editoriale era ciò che mi aspettavo da due pamphlet della stessa collana. Invece, nonostante lo stesso vestito, la personalità dei due libretti non è solo differente ma contrastante, per intento e passione.

Terre di Mario Paolo Falcetti, Food Editore
La montagna di fuoco di Salvo Foti, Food Editore