Indagine sul settore vinicolo – Mediobanca 2008

Il mondo del vino non sarebbe quello che è senza i suoi momenti rituali, pubblici e privati. Anno dopo anno, statistica dopo statistica, nel calendario del vino italiano è entrato un evento cui si partecipa senza bicchieri: sto parlando, ovviamente, dello studio di Mediobanca sulle grandi aziende del vino, reso pubblico in questi giorni.
Ormai è una tradizione consolidata, dal lontano 2000 Mediobanca aggiorna le proprie ricerche sulle dinamiche economiche del mondo vinicolo, dapprima italiano e poi anche internazionale. I motivi di quest’interesse sono chiari, ne abbiamo già parlato qui, ma ciò nulla toglie alla serietà dell’indagine, la cui lettura è da consigliarsi per più di motivo.
Primo: gli esperti di Piazzetta Cuccia non esagerano con sigle, anglismi e altri paraphernalia che rendono molte pubblicazioni economiche simili a trattati esoterici.
Secondo: lo studio ha la consueta prospettiva internazionale, perché affronta le aziende estere quotate in borsa. Va da sé che certe realtà possono sfuggire all’analisi, ma le categorie e gli strumenti usati dagli uomini di Piazzetta Cuccia sono necessariamente più affini a Wall Street che alle piccole cantine.
Terzo: i grandi eventi mediatici del vino sono alle porte; infatti, è ragionevole pensare che le analisi di Mediobanca forniranno carburante a innumerevoli tavole rotonde, esternazioni, commenti e analisi delle analisi. Tanto vale arrivarci preparati, per non cadere dal pero quando l’esperto di turno – che di solito confonde cash-flow con cash-cow – citerà dati, trend e percentuali inevitabilmente pro domo sua, cioè di quelli che lo pagano.
Insomma, meglio documentarsi, altrimenti ci toccherà credere che certe aziende soffrono, che il mercato è uno strazio, che servono interventi straordinari, che bisogna fare squadra e via di questo passo.
Quanto a noi, torneremo presto sui contenuti dello studio, che meritano riflessioni attente e stimolano domande, più che fornire risposte.