Il prezzo della fama

I cuochi occupano ormai un posto stabile nella comunicazione di massa. Invadono i palinsesti televisivi, conquistano le prime pagine dei giornali, gli inserti e persino gli spot pubblicitari. Accolti ovunque con sorrisi e abbracci, partecipano al mondo le loro passioni, i loro segreti, i loro sogni. Tutti buoni, anzi, buonissimi, come i loro piatti.

Finché, una sera, quelli di Striscia la Notizia se la prendono proprio con i cuochi, quelli famosi. E lo fanno alla loro maniera, aggressiva e superficiale, tanto che l’incursione in uno dei più noti ristoranti italiani, La Francescana di Modena, dello chef Massimo Bottura, è una caccia allo scoop rivelatasi un flop, almeno per le informazioni svelate ai consumatori.

L’ignaro Bottura scopre di essere stato impallinato proprio mentre a Londra ritira un premio ambito, ma ancor prima che torni in patria, si alza in sua difesa un muro di solidarietà.

Le posizioni sono chiare: da un lato i cattivi di Striscia La Notizia, colpevoli di aver attaccato, proditoriamente e con supponente ignoranza, un’eccellenza dell’alta cucina italica. Dall’altro i paladini della blogosfera enogastronomica, che con accenti diversi rimarcano le virtù della vittima, massacrata mediaticamente da buzzurri con la telecamera, ma tutti insieme stringono Bottura in un abbraccio protettivo.

In mezzo, un professionista sballottato e sorpreso, che non si capacita di essere stato attaccato senza riguardi. Potete vederlo qui, mentre un comprensivo intervistatore, offrendogli la possibilità di replicare a quelli di Striscia, tenta di consolarlo, riportandolo dolcemente nella sua dimensione consueta, fatta di domande rispettose fino all’elegia e di concetti come territorio, filosofia del piatto, tradizione.

E’ forse questa la chiave dello smarrimento del malcapitato Bottura: nessuno, tanto meno l’ossequiosa stampa di settore, gli aveva detto che esistono giornalisti più sensibili al profumo del sangue che a quello del tartufo. Insomma, che diventare una star, persino nel firmamento gastromediatico, ha il suo prezzo.