17 Set La Savoia
Potrà sembrare paradossale che una regione come la Savoia, conosciuta soprattutto per le Alpi, possa presentare condizioni favorevoli alla viticoltura; eppure…
Le schede di degustazione: i bianchi e i rossi.
Potrà sembrare paradossale che una regione come la Savoia, conosciuta soprattutto per le Alpi, possa presentare condizioni favorevoli alla viticoltura; eppure, con i suoi 2150 ettari e più di 130.000 ettolitri annui, questo dipartimento a sud-est della Francia supera in termini quantitativi sia il vicino Jura sia la Corsica.
Il vino fu introdotto in queste zone attorno al primo secolo a.C. dai Romani, che piantarono le vigne nelle valli formatesi nel corso dell’ultima glaciazione attorno al massiccio del Monte Bianco, ma quest’attività agricola ebbe una forte espansione solo tra il XVII e il XVIII secolo, prima dell’avvento della fillossera, che nel 1878 debellò la maggior parte dei vigneti.
La posizione geografica, a nord del quarantacinquesimo parallelo, determina un clima continentale, con inverni freddi, estati calde e temporali imprevedibili dovuti alla vicinanza delle Alpi, che con la loro altitudine fungono da barriera contro i venti freddi che spirano da nord-est (Bise).
Tra i due dipartimenti della regione, la Savoia e l’Alta Savoia, vi sono però sostanziali differenze climatiche. Nell’Alta Savoia, situata a ridosso del lago di Ginevra, vi è un forte influsso di correnti oceaniche che rendono il territorio più freddo rispetto alla zona a sud, dove l’influenza mediterranea si manifesta con inverni temperati e un irraggiamento solare più perpendicolare, che aumenta le temperature medie annue anche di 2°C.
Tali diversità climatiche, contraddistinte dalla presenza di numerosi laghi glaciali, dall’esposizione e dalle diverse altitudini di giacitura, comprese tra i 220 e i 550 metri, hanno indirizzato la produzione verso vini più freschi, soprattutto vitigni bianchi precoci, a nord e vini prevalentemente rossi nella Savoia meridionale.
I due dipartimenti sono a loro volta suddivisi in nove sotto-regioni al cui interno si trovano i cru, che possono essere indicati in etichetta omettendo il nome del vitigno.
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BAS CHABLAIS
Rive sud du Léman (Costa sud del Lago di Ginevra)
Zona a est della città Svizzera di Ginevra, composta da terreni ghiaiosi di recente formazione. Le altitudini sono ridotte, le superfici pianeggianti e adatte alla meccanizzazione e il clima risente dell’influenza mitigatrice del vicino lago.
Nei quattro cru – Marin, Rapaille, Marignan e Crepy – si coltiva principalmente lo Chasselas, un vitigno a bacca bianca dal rendimento variabile e sensibile alle malattie, che predilige climi freschi. Noto per aver dato origine al portinnesto 41B, dona vini leggeri da bere giovani.
La Côte d’Arve
È la zona più meridionale del Bas Chablais ed è composta da molasse marnose, un complesso sedimentario di carattere post-orogenico molto friabile, che si accumula facilmente ai margini delle catene montuose. Il piccolo cru d’Ayze è ben esposto a sud, ma presenta limiti climatici che ne ostacolano la produzione. Il Gringet, vitigno a bacca bianca dalla maturazione piuttosto tardiva e dal grappolo piccolo e serrato, è utilizzato in netta prevalenza per la produzione di vini spumanti.
AVANT PAYS SAVOYARD
Lunga zona viticola del centro della Savoia, che si estende lungo il fiume Rodano fino al lago di Bourget, nei pressi della cittadina di Aix-les-Bains.
La Vallée des Usses
Prende il nome da un piccolo affluente alla sinistra del Rodano e presenta suoli calcarei ben drenati. È rivolto a mezzogiorno ed è caratterizzato da altitudini inferiori a 500 metri.
Nell’unico cru, Frangy, si produce l’Altesse (chiamata indifferentemente anche Roussette), varietà a bacca bianca largamente diffusa, giunta in Savoia nel XV secolo dall’Ungheria. E’ un vitigno tardivo che soffre l’umidità a causa della buccia sottile, ma dona vini adatti anche all’invecchiamento.
Rives du Rhône
Comprensorio a cavallo del fiume Rodano, tra i dipartimenti dell’Alta Savoia e dell’Ain, dove le altitudini sono comprese tra i 200 e i 380 metri e i suoli detritici sono di chiara origine fluviale.
Nel cru Seyssel si coltiva maggiormente l’Altesse, mentre in piccole percentuali si trova la Molette, vitigno bianco dal grappolo grande, poco alcolico e dalla maturazione tardiva, che dà origine ai vini spumanti della denominazione.
Chautagne
Situata tra Seyssel e l’estremo nord del lago di Bourget, questa microzona gode di un clima eccezionalmente mite, grazie all’esposizione a occidente e all’influenza del lago. I terreni sono marnoso-calcarei e la maggioranza della produzione è destinata al Gamay, vitigno a bacca rossa dal grappolo piccolo e compatto, dalla maturazione precoce e dal tannino debole. È molto noto nel Beaujolais, dove è, soprattutto, vinificato con il metodo della macerazione carbonica per dare vita al vin nouveau.
Val du Bourget
Compresa tra il piccolo villaggio di Chindrieux e Aix-le-Bans, la vallata che un tempo era destinata a vini a bacca rossa (principalmente Pinot Noir e Mondeuse), ora è vittima dell’urbanizzazione sregolata che costringe l’abbandono dei vigneti.
La Montagne du Chat
Sull’altra riva del lago di Bourget, questa valle è sicuramente la più nota per la produzione di vini a bacca bianca.
Il cru Marestel e il piccolo Monthoux si trovano ad altitudini comprese tra i 250 e i 550 metri, su parcelle calcaree ripide e prive di terra. Per tale motivo le vigne di Altesse sono direttamente piantate sulla roccia e questo influenza notevolmente la produzione per ettaro, riducendola a soli trenta quintali; il risultato sono vini con spiccata personalità e mineralità. Con il tempo, vista la forte erosione del terreno e l’interesse nei confronti di questa denominazione, è stato imposto il terrazzamento dei vigneti.
L’altro cru, Jongiuex, è il più produttivo e giace su suoli di formazione morenica, in cui si coltivano l’Altesse e il Gamay.
CLUSE DE CHAMBERY
Si trova a ridosso della città omonima, capoluogo della Savoia.
Questa valle, che separa il massiccio prealpino di Chartreuse e di Bauges, sorge sui detriti calcareo-marnosi del massiccio del monte Granier (1933 metri), parzialmente crollato nel 1248.
E’ la zona più produttiva e più varia, sia per le differenti esposizioni, sia per la quantità dei vitigni.
Il cru Monterminod è un castello situato a nord-est di Chambery, le cui vigne esposte a sud hanno una reputazione millenaria. E’ purtroppo destinato all’estinzione, perché la coltivazione è difficile e la superficie vitata si sta restringendo sensibilmente.
Apremont e Abymes si trovano invece sul versante ovest de la Cluse de Chambery, poco sotto la cittadina. Sui suoli bianchi del cretaceo, con l’esposizione rivolta a oriente e altitudini medio-basse, si produce lo Jacquère, il vitigno bianco più diffuso nella regione, dal grappolo grande e compatto e dalla maturazione tardiva, poco alcolico ma dotato di buona acidità e mineralità. In alcuni casi il Mondeuse qui prodotto presenta caratteristiche differenti da quello “classico”, con uno spettro aromatico più fruttato e decisamente meno tannico e amaro a causa dell’esposizione e della tipologia del terreno.
Saint-Jeoire-Prieuré e Chignin sono due cru al confine meridionale del monte Bauges (più ad est), privilegiati dell’esposizione a mezzogiorno, da altitudini attorno ai quattrocento metri e da terreni calcarei coltivati principalmente a Jacquère. Chignin è tuttavia anche il terreno prediletto per la Roussanne o Bergeron, vitigno a bacca bianca proveniente dalla Côte du Rhône, dotato di colore dorato e dall’accentuato aroma di frutta matura, il cui vino prenderà il nome di Chignin-Bergeron.
COMBE DU SAVOIE
Sorta sul prolungamento della Cluse du Chambery verso est, la Valle dell’Isère, alla destra del fiume, presenta cinque cru e un’altissima produzione di Mondeuse, l’uva rossa di gran lunga più diffusa e apprezzata, il cui grappolo molto grande e gli acini dalla buccia spessa maturano tardivamente. È un vitigno decisamente vigoroso, che necessita di drastici diradamenti. Presenta un tannino rustico e un aroma piuttosto amaro.
Montmélian è un cru a ridosso di Chignin, con la produzione di Jacquère in fase d’abbandono a causa del proliferare di zone commerciali. Sempre sullo stesso versante, poco dopo il paese di Montmelian ed esposto ad ovest, si trova il cru Arbin, dal nome di un piccolo paese che conta circa trenta ettari di vigne.
I suoli calcarei con strati di marna oxfordiana sono localmente chiamati “terre nere” e influenzano con la loro ricchezza le vigne, i grappoli e i vini prodotti. Il Mondeuse qui esalta le sue caratteristiche astringenti e rustiche.
Gli altri due cru, Cruet e Sanit Jean-de-la-Porte, fungono da serbatoio per alcuni vini rossi di minor diffusione, come il Persan, anche se la produzione di Mondeuse presenta difficoltà di maturazione.
BUGEY
Piccola regione nel dipartimento dell’Ain stretta tra la Montagne du Chat e lo Jura.
Questa bellissima zona contraddistinta da boschi e solo 500 ettari di vigne era, prima dell’arrivo della fillossera, una delle denominazioni viticole più grandi del sud della Francia, con quasi 10.000 ettari coltivati a vigneto.
Le sue caratteristiche sono del tutto simili a quelle della Savoia, della quale si considerava sorella prima dell’arrivo della denominazione d’origine (AOC), che partirà proprio dalla raccolta 2009. Vi sono suoli calcarei detritici d’origine glaciale, altitudini medie attorno ai 400 metri e un clima continentale.
Qui, le nuvole che si creano per effetto delle turbolenze e delle masse d’aria provenienti dalle vicine montagne, provocano condensazioni che aumentano l’umidità relativa sviluppando malattie fungine. Per tali motivi, soprattutto a ridosso della vendemmia, molti viticoltori soffrono la necessità di vendemmiare prima che l’insorgenza della botrite rovini il raccolto. Mondeuse, Altesse, Chardonnay e Pinot Nero offrono così note verdi dovute a una maturazione non ottimale.
Dei quattro cru presenti, Montagnieu, Cerdon, Manicle e Virieu-le-Grand, il più noto è sicuramente il primo, che comprende anche i comuni di Seillonaz e Briord. Il suo vino spumante, prodotto con il metodo tradizionale e a base di uve Chardonnay, è molto apprezzato nella vicina città di Lione.