12 Nov Le lettere di Paolo Parise
Caro Sandro, che piacere rivederti ed abbracciarti l’altra sera! Anche se non ero mai stato lì (presso la Pasticceria Poggiana di Vicenza, ndr) mi è sembrato di stare a casa ascoltandoti e avvicinandomi ai vini e lasciando che salisse qualcosa che avevo nascosto chissà dove. Mercoledì avevo ancora sensazioni forti e la Croatina che lavorava e scavava e l’avrei seguita ovunque alla ricerca di un tesoro.
Curioso, casuale? Che di Fausto Andi non avessi mai bevuto nulla e me lo avesse citato Luca Rigon la settimana scorsa. Poi che lo avessi incontrato domenica a Padova di persona e, rispondendo a Simone, avessi detto che non avevo assaggiato nulla di notevole per me, tranne i vini di Andi. E poi dopo due giorni gli unici vini italiani che hai portato sono i suoi. Sono coincidenze immagino, ma è bello pensare di no!
Ho aspettato a scriverti ché volevo controllare una cosa e ieri ho ripreso in mano la lezione sulla leggerezza di Calvino. L’avevo citata prendendo qualche appunto sul Pinot Noir. Mi ricordavo quando parla di Perseo, che decapita Medusa e per posarne a terra la testa allestisce prima un letto di foglie e rametti. Lui che è l’eroe potentissimo usa questo gesto inaspettato verso il mostro ucciso. Quasi di cortesia. Che poi Perseo è una bella costellazione che vediamo sovente alta in cielo dentro la quale stanno due ammassi stellari aperti, non visibili a occhio nudo ma che già con un piccolissimo telescopio o un binocolo rivelano centinaia di stelle in uno spazio ristretto. Ricordo ancora l’emozione la prima volta che li osservai, immagino a fine anni ottanta. Roba da togliere il fiato.
Ovviamente sento anche molta nostalgia per quelle prime osservazioni celesti…
Ora sono in piscina, spero di tornare a casa a breve e farmi una corsetta, il clima e i colori mi sono propizi.
Buona serata Sandro, a presto.
Ciao Sandro, era Herzog di Saul Bellow che scriveva sempre lettere? anche Jacopo Ortis però ci ha dato dentro… spero non saranno le mie ultime queste. Sono contento che il messaggio ti sia piaciuto, spero non si capisca che al posto di lavorare in piscina ero giù in sala filtri a scrivere a te. Sia mai che il mio titolare sia un porthosiano fedele. Ho caricato la foto sulla solita cartella. È un sentierino lungo l’Astico fatto in bici con Barbara. Una volta da bambino avevamo a casa la vite vergine che copriva una bella porzione di casa, poi l’hanno tolta, perché pensavano potesse rovinare qualcosa. E dire che oltre alla bellezza del cambiamento di colore credo fosse utilissima come rinfrescante naturale delle stanze che ricopriva. Sto per uscire in bici, sarà un’immersione nella leggerezza del divenire di questa stagione, contraltare alla pesantezza in cui spesso mi sembra di dibattermi, nella quotidianità di certi incontri, chiacchiere, notizie e lavori vari. Magari trent’anni fa i due ammassi stellari in Perseo erano pure visibili a occhio nudo da casa mia, ora si farebbe fatica a individuare la stessa costellazione… Buona giornata!
Mi è ricapitata in mano l’altro ieri il Pianto della scavatrice di Pasolini, di una bellezza pazzesca e dolorosa, struggente ed assoluta. Faticavo a trattenere le lacrime nell’apparire di certe immagini. Ho ripensato ad alcuni luoghi che ho visto le volte che sono sceso a trovarti a Porthos, vicino la stazione di Trastevere, ma non riesco ad immaginarmeli negli anni 50. Chissà quale potrebbe essere lo sguardo del poeta adesso.
La dolcezza di certe mattine, andando a nuoto prestino