Le MGA: intervista a Claudio Salaris

Questo praticamente è un capolinea: o ora o mai più, perché poi ci saranno le Dop…
Infatti: cambieranno le regole del gioco e noi non sappiamo quali saranno. Si è scatenata quasi una psicosi perché il nuovo spaventa tutti… Anche se io il giocare a Bruxelles non lo vedo così problematico: ci vorranno magari sei mesi per ricostruire una serie di rapporti personali con i funzionali, ma non credo siano degli orchi… bisognerà stabilire un modus operandi e quando ci si capirà si procederà.

Forse lì il problema sarà riuscire a definire un modus operandi che riesca a conciliare realtà locali e nazionali diverse…
In realtà gli stessi problemi ci sono anche nel comitato nazionale, l’unica differenza è che si parla la stessa lingua!

Ricapitolando: la questione per il Barbaresco è chiusa e approvata?
Chiusa e approvata. Il disciplinare del 2007 ha già recepito la menzione geografica. Ci sono due correzioni per cui lo stiamo rielaborando: bisogna inserire una menzione che a suo tempo non era stata considerata e correggere il nome di un’altra. Modifiche banali: le menzioni geografiche del Barbaresco sono legge nazionale.

In quel caso dalla proposta locale all’approvazione ministeriale quanto è passato?
Erano tempi diversi: nell’arco di sei mesi abbiamo chiuso la partita. C’è stata molta disponibilità da parte del Ministero a ragionare assieme per risolvere i problemi. La scadenza del 31 luglio sta spingendo tutti a modificare il disciplinare e il comitato nazionale si aspetta di ricevere circa 300-350 proposte. In questo modo i tempi rischiano di dilatarsi e la partita per il Barolo avrà per forza di cose una tempistica diversa.

Abbiamo detto che il decreto rinvenuto nel 2004 vi ha permesso, grazie alle menzioni geografiche, di disegnare i confini, ma non di accordare alle diverse aree individuate gradi diversi di qualità, come invece sarebbe stato possibile fare con le sottozone. Al di là del limite normativo, voi l’avreste fatto…
La definizione della sottozona prevede una riduzione della resa per ettaro e di un titolo alcolometrico diverso, la menzione geografica ha il solo compito di tracciare i confini che delimitano il perimetro di una zona. Noi, per il Barbaresco, abbiamo proposto al Ministero la riduzione del dieci per cento e l’innalzamento di mezzo grado del titolo alcolometrico, ma la proposta non è stata accettata. In questo però c’è anche un lato positivo perché, pur confermandoci che la menzione non può essere una definizione qualitativa, ci hanno comunicato anche di non avere nulla da obiettare sull’inserimento dell’uso del nome della vigna esclusivamente all’interno della menzione geografica: questo ci consente di creare quel minimo meccanismo di piramide che volevamo realizzare. La vigna è l’apice della piramide, perché è fatta solo se si riducono le rese e, sia per il Barolo che per il Barbaresco, solo se è all’interno della menzione geografica.

Un produttore l’altro giorno mi diceva che questo sistema permetterà anche di verificare la lealtà dei produttori, stabilendo gli ettari e le rese. O almeno, lo sperava…
Mi sembra fantascienza. Quello è un controllo che già si fa: un tecnico, partendo da un fascicolo, fa un sopralluogo nel vigneto per misurare le rese. E’ un tipo di controllo che abbiamo già avviato l’anno scorso.

In effetti l’idea di spionaggio mi spaventava un po’…
Il sistema che è in rete (www.langhevini.it), consente di poter andare a vedere le esposizioni, il reticolo catastale e, in colorazioni diverse, l’altimetria e le pendenze e, un domani, quando una serie di autorizzazioni ce lo consentirà, sarà possibile pubblicare le foto aeree sui vigneti.

La presentazione del progetto parla di una dinamicità notevole, mentre mi sembra di capire che per ora si tratta ancora di dati statici, cartografici…
C’è un modello matematico gestito dalla Oikos che dà le coordinate e una tematizzazione del territorio, indipendentemente dalle foto: le foto aeree sono un dato aggiuntivo che si mette per vedere quella determinata parcella, però l’informazione che permette di dare la tematizzazione sia dell’inclinazione che dell’esposizione non si ricava da essa.

Quali sono gli impedimenti alla pubblicazione delle foto?
Non sono nostre, ma di chi ha commissionato il volo e per avere il permesso di pubblicarle ci vorrà del tempo. Sono censimenti organizzati per scopi catastali e vengono fatti ogni due anni, bisogna solo individuare chi li fa e quando, l’ultimo ciclo dovrebbe essersi concluso nell’estate del 2008. Scattano foto in una definizione molto alta che rende possibile persino contare i ceppi…

Quindi un aggiornamento è possibile solo ogni due anni…
A meno che non riusciremo ad avere a breve un satellite che soddisfi le esigenze dell’amministrazione locale: in questo caso probabilmente verrà utilizzato questo strumento.

No, perché è veramente un bel progetto; sarebbe un peccato se facesse la fine di molte cose italiane, che vengono lasciate morire. E’ il consorzio che sta pagando il progetto?
Visti i risultati, devo dire che non è un progetto molto costoso, perché si attinge a informazioni già presenti: il modello matematico della terra già esiste… Riusciamo a calcolare la pendenza, l’esposizione e, attraverso le curve di livello, è possibile stabilire anche l’altitudine.

Sarà una cartina sia geografica che politica?
No: si potranno vedere i confini comunali, i confini delle menzioni e le particelle, mentre per il territorio si potrà vedere la Ctr, la carta tecnica regionale.

Un’ultima domanda: qual è la percentuale di produttori iscritti al consorzio?
Il consorzio comprende tutte le tredici denominazioni del territorio e rappresenta più dell’ottanta per cento della produzione. Abbiamo tre aziende – i Fratelli Martini, Borgogno e Giordano ­– che non sono socie, perché ognuno ha le sue strategie. In realtà poi Giordano, quando ha dei problemi di tipo politico-amministrativo utilizza i servizi del consorzio: noi non abbiamo mai negato assistenza a nessuno, anche se delle volte verrebbe voglia di farlo! Ci sono poi alcune aziende storiche che sono uscite nella metà degli anni Duemila, quando il consorzio ha avviato il meccanismo di controllo. Oggi, in realtà, in contrapposizione alla scelta fatta, continuano a essere soci e sono comunque assoggettate per quanto riguarda l’attività di controllo. Anche quelli che erano usciti pensando di sfuggire da questo meccanismo, possono usufruirne.