Lealtà e Pudore

Nuovi bilanci, le solite tensioni, le solite delusioni e tante aspettative.
Anche quest’”anno è andata: le fiere si sono consumate e le guide sono state presentate.
Ormai quasi completamente svuotate dalla loro originaria fondamentale funzione divulgativa si sostengono vicendevolmente con il chiaro fine della conservazione delle gerarchie acquisite e degli interessi di pochi eletti. Ȓ un gran peccato e non sembra che il gioco potrà reggere ancora a lungo. Sono certo che i dati ufficiali delle vendite e delle presenze spingono a riflessioni diverse. Probabilmente noi frequentiamo le persone sbagliate e dovremmo lasciarci contagiare dall’’imperante entusiasmo dei comunicati stampa, semplicemente riproducendoli come viene fatto da buona parte delle testate di settore (soprattutto quelle online), ma le parole dei protagonisti raccontano altro.

Torino. Ad inizio novembre si è svolto il Salone del Vino.
Avete letto ovunque che c’’è stato un incremento di visite, che il vice-presidente del consiglio Fini ha degustato a lungo, dispensando rassicurazioni e buoni propositi, che i produttori sono fortemente soddisfatti dei contatti presi con i buyers internazionali? Bene, il Salone del vino è stato deprimente.
Nei primi due giorni c’’è stata una vera e propria invasione di scolaresche “di settore” in gita che sono andati a far numero nelle statistiche propagandistiche di fine fiera. Gli addetti ai lavori sono apparsi abbastanza annoiati dalle poche novità presenti e probabilmente erano lì unicamente per presenziare la cerimonia dei tre bicchieri, la quale, nonostante l’’ingresso costasse 50 euro, ha funzionato da bombola d’’ossigeno per tutta la manifestazione. L’’altoparlante ha, letteralmente, urlato le presentazioni degli eventi all’’evidente affannata ricerca di partecipanti.
Per incentivare la presenza dei produttori l’’organizzazione ha introdotto la possibilità della vendita diretta al visitatori delle bottiglie nei giorni di apertura al pubblico e poco o niente si sa di come sia andata la cosa. Un gran numero di produttori piemontesi sono stati corteggiati prima e pregati poi di partecipare dalla Provincia di Torino per far numero. In alcuni settori della fiera c’’è stata una tale noia che a fine giornata il numero di visitatori poteva essere ancora contato sulle dita di una sola mano.
Ȓ stata questa anche una nuova occasione per vedere in che stato di devastazione versa la stampa del settore. Le riviste oramai si regalano solo e gli utenti distratti, la maggior parte, prendono solo le cose in regalo. Ȓ una sorta di “acculturazione di massa” che passa spesso attraverso la sola immediatezza delle foto (il più delle volte pubblicitarie) e che ricorda da vicino il fenomeno della diffusione dei quotidiani gratuiti nelle metropolitane di alcune città italiane: le persone leggono cose brevi, poco impegnative, prive di qualunque spunto di riflessione e soprattutto che non devono pagare. Il tempo delle analisi e degli approfondimenti è finito.
Le riviste sono dei depliant pubblicitari e quello che conta è distribuirne il maggior numero possibile. Più se ne disperdono, più pubblicità si raccatta: la sopravvivenza continua.
Sarebbe interessante invitare a farsi un giro in situazioni come queste all’’onorevole Claudio Franci dei DS: probabilmente ritirerebbe senza esitazioni la mozione indirizzata alla Camera dei Deputati, di cui è primo firmatario, che chiede misure urgenti e invoca un monitoraggio sulla situazione dell’’editoria specializzata (fonte winenews.it). A quale fine?
Ci vorrebbe un po’ più di lealtà.

Ancora in novembre, questa volta a Roma, Maroni ha presentato la sua guida 2006.
Frequentare le sue cose è interessante. Ȓ un mondo parallelo, a volte divertente, a tratti tragicomico.
Evento di grande tendenza, a cui la trasmissione Decanter di Radiodue (servizio pubblico) ha deciso di dedicare ben due ore di diretta al giorno, e affollatissimo, dove difficilmente si incontrano però i soliti volti presenti nelle altre degustazioni. Maroni, infatti, è stato isolato o si è voluto isolare ed ha costruito questa sorta di congrega in cui alcuni produttori, specie quelli ignorati dalle altre guide, lo idolatrano a mo’’ di santone; tra questi c’’è chi, suscitando non poche perplessità, si spinge addirittura a sostenere che si tratti dell’’unico ad aver sviluppato un metodo scientifico di valutazione che lo rende infallibile.
Intanto lui, che continua ad essere l’’unico magro tra gli addetti ai lavori (io lo scrivo con invidia, ma chissà se lui beve davvero), forte degli studi di settore che evidentemente suggeriscono di promuovere le acque nei luoghi del vino, si è lanciato nell’’affare prendendosi la briga di suggerire arditi accoppiamenti acqua-patè, acqua-marmellate, etc. Ma ciò che lo rende irraggiungibile per temerarietà e ardimento è la divisione in vangeli sensoriali della nostra percezione: la sua “affannata” ricerca infatti suggerisce oggi un approccio di degustazione scissa, perché ogni vino può offrirsi alla soddisfazione di un solo senso. Niente meglio delle parole che introducono il libretto di presentazione dell’’evento possono spiegarvi il nuovo progetto e noi non vogliamo negarvi il piacere di cotanta poesia (a tratti esilarante):

… L’’UDITO del vino è frizzante gorgogliare del suo spumoso, brioso, perlante, ascendente pulsare…
… IL TATTO del vino è densa, morbida polposità: alchemica essenza, linfaceamente corposa…
… LA VISTA d’’un bianco è fluido, aureo splendore di sole, nei passiti, di tramontante bagliore, d’’un rosato è glicerinoso turgore d’’incarnato tenue in rossore, d’’un rosso il profondersi viola del suo bluaceo notturno stellato…
… IL GUSTO del vino è la potenza glicerinosa del suo umoroso sapore, il persistente effondersi del suo aroma sontuoso, balsamico, dall’’eco or fragrante or suadente…
… L’’OLFATTO del vino è l’’intensità, l’’aereo ed energico fulgore delle più floreali fruttuosità in profumo donate dalla natura…
… così il vino la sua uva costitutiva, per i sensi, ALLA MENTE, in spirito rirende, e il calore e l’’energia della luminosa stella che sì dolce la matura…

E’ facile prevedere che presto la deriva attraccherà alla proposta di blend multisensoriali sponsorizzati dal maestro. La setta attende trepidante.
Ci vorrebbe un po’ più di pudore.