01 Dic Miniature di Dicembre 2006
L’eco del trentennale della morte di Pierpaolo Pasolini continua. Escono saggi, documentari, spettacoli teatrali ispirati alla sua vita e alle sue opere.
I vini naturali e la corporeità pasoliniana
L’eco del trentennale della morte di Pierpaolo Pasolini continua. Escono saggi, documentari, spettacoli teatrali ispirati alla sua vita e alle sue opere. Durante la visione di una di queste ho potuto confrontarmi con un amico sulla difficoltà di esprimere e descrivere con esattezza la percezione sensoriale della fisicità, a testimonianza che gli schemi per raccontare i vini a cui siamo abituati sono carenti nella considerazione delle sensazioni tattili. Mentre guardavamo le riprese dei corpi e dei volti di alcuni film di Pasolini abbiamo concordato sulla loro profonda spontaneità. È noto che nella ricerca dell’immagine il regista friulano si ispirava ai pittori del Rinascimento. Voleva che le linee e la complessità somatica di un volto non fossero disturbate da nulla. Pasolini non faceva entrare in campo un personaggio, la ripresa iniziava da lui, brutale e purissimo.
Allo stesso modo alcuni vini esprimono una corporeità densa, nella quale a leggere bene si coglie tutto il percorso di “felice sofferenza” cui va incontro un liquido quando è la sua stessa natura a dettarne la nascita e la crescita. C’è un superamento netto delle forme convenzionali, per questo è necessario ricorrere a nuove risorse per comprendere la qualità di questi vini nuovi e al tempo stesso antichi. Capire questa modalità espressiva, talvolta scomposta, irregolare e sempre imprevedibile, è già un risultato, amarla è a un passo.
Porthos e il 2006
È stato l’anno più intenso della nostra breve storia, 12 mesi impegnativi e difficili, durante i quali si sono dipanati cammini e percorsi che risulteranno determinanti per la nostra sopravvivenza.
Sono usciti quattro volumi singoli della rivista (senza numeri doppi), non succedeva dall’anno dei mondiali di Corea e Giappone. L’attività didattica di Porthos racconta… ha arricchito i suoi contenuti e ha affrontato nuove mete partecipando alle principali manifestazioni enologiche italiane, Spoleto e Tarvisio le più significative. Ha preso l’abbrivio giusto L’invenzione della gioia, il libro dedicato alla degustazione che uscirà nel marzo prossimo. Abbiamo consolidato i rapporti con i nostri pochi ma preziosissimi sostenitori economici. Dopo due anni di preparazione abbiamo attivato un database per la gestione degli abbonati, così da comunicare meglio con tutti e da ridurre gli errori nelle spedizioni.
C’è ancora molto da fare, naturalmente, perché Porthos vive sempre sul filo, la fortuna è che non ci poniamo traguardi, se non quello del fare, continuare a fare quello che sappiamo fare.
Due consigli due, per i vini delle feste
Primo. Badate alla digeribilità. Nel comporre la lista dei vini da usare per i vari appuntamenti gastronomici mettete alla prova la digeribilità dei vini naturali. La loro purezza sarà utile per mettere in pratica finalmente la tanto declamata proprietà digestiva del vino, di cui si parla ogni volta che si affronta la sua vocazione salutistica (quasi che per bere avessimo bisogno di sapere che il vino fa bene al corpo invece che allo spirito). Veronelli diceva “Io non mangio per digerire”, ma sarà confortante sapere che un vino invece che un peso per lo stomaco e il fegato si rivelerà un contributo al nostro benessere.
Secondo. Usate vini diversi per i menu articolati. Non fatevi travolgere dalla “necessità” di aprire bottiglie importanti solo perché si tratta di feste comandate. Sfruttate la varietà dei cibi per accogliere la massima varietà nella scelta delle bottiglie. Adottate vini dai piccoli e preziosi equilibri, indagatene la leggerezza e l’imprevedibilità, cercate tipologie meno conosciute che magari hanno una maggiore sensibilità nell’accostare una ricetta rispetto a prodotti celebrati. Insomma, se festa deve essere, fatene un momento davvero eccezionale. E se avete bisogno di consigli, c’è sempre il Matrimonio tra cibo e vino al vostro fianco. A proposito, ne abbiamo ancora qualche copia.