Miniature di inizio anno – 2013

In questi giorni che ci dividono dall’inizio del nuovo anno, mi sto impegnando a mettere sulla carta alcuni proponimenti per il 2013. Provo un fortissimo slancio a incoraggiare amiche e amici a trovare un lato positivo in qualsiasi cosa accada, anche quando tutto sembra essere contro. È sostenere la responsabilità di stare bene, evitando che sia delegata a eventi o a persone esterne alla propria intimità. Il “quotidiano” porta già molti problemi, per non parlare dello “straordinario”, dunque apprezzare cosa si è, cosa si ha e cosa si fa, senza bisogno di paragonarsi, è la strada che conduce al sentirsi sereni.
È questo il migliore augurio che posso fare ai “porthosiani”, che hanno già un grande privilegio: amare il vino e farlo diventare una cosa importante per la propria vita.
Sono convinto che attraverso un sentimento sempre più sereno, le ambizioni che riguardano il piccolo ambito personale e quelle che poggiano su un respiro più universale e condiviso troveranno modo di avverarsi.
Il vino è una metafora utilissima per comprendere l’agricoltura, dalla quale è originata la vita. Il lavoro nei campi e, in generale, l’attività dei contadini ci chiama a una sempre maggiore consapevolezza: alimentarci fisicamente non è dissimile dal farlo spiritualmente, e non dipende da altri, dobbiamo avere la forza per deciderci a decidere. Coltiviamo l’ascolto e la scoperta, non temiamo ciò che può sconvolgere i nostri punti fermi, così saremo cittadini attivi e non avremo più alcun motivo di lamentarci. Nel vino, nell’agricoltura, nella vita.

Il dubbio di non essere se stessa
è di conforto alla mente che vacilla
in un’estrema angoscia,
finché non trovi un terreno sicuro.

Le vien concesso un senso d’irrealtà,
un pietoso miraggio,
che possibile rende l’esistenza
mentre sospende le vite.

Emily Dickinson “859”, traduzione di Margherita Guidacci