ChKai 2

Porthos ha raccontato… “Chronos/Kairos, i vini naturali nel tempo” – Secondo appuntamento

a cura di sandro sangiorgi

Il secondo appuntamento con “Chronos/Kairos, i vini naturali nel tempo” del 22 ottobre all’Hotel La Pigna di Lignano Sabbiadoro (UD) è stato organizzato da Fabrizio Bonato, realizzato con la preziosa collaborazione di Stefano Bonato, condotto da Sandro Sangiorgi con l’aiuto di Matteo Gallello.

ChKai 2

 

Queste descrizioni sono state pensate e scritte ascoltando i brani che si trovano alla fine di ogni vino.

Scodovacca Refosco dal peduncolo rosso 2003 Borc Dodon (Villa Vicentina)
Inizio emozionante, il vino pulsa nonostante la congenita ritrosia. Salgono odori pungenti, iodati, di buccia macerata, si avverte un non indifferente sforzo di emersione. Poi l’ardore alcolico fa da contraltare una sensazione fredda, di distanza. Sanguigno e nervoso, si muove a scatti, per resistenza e compensazione tra l’acidità e l’alcolicità, e poi lasciarci con una sensazione di rarefatto disordine.
Liars – Drum and the uncunfortable can


Aglianico del Vulture Don Anselmo 2004 Paternoster (Barile)
Oscuro e balsamico, organico e scolpito. Sentori sulfurei e officinali, poi di carne ovina e di muschio. Il bicchiere non lo gratifica e nell’implacabile confronto con il precedente, appare “meccanico”, nonostante l’esordio fosse stato incoraggiante, ombroso e verace. In bocca si fanno sentire la potenza del corpo e il tannino granitico; l’afflato alcolico lascia in eredità belle sensazioni vulcaniche e di radici; unico limite delle sensazioni finali, lo sconfinamento di sentori erbacei poco fini.
Doves – Kingdom of Rust

Riesling x Sylvaner 2003 Domaine de Beudon (Fully, Svizzera)
Infuso freddo, vivacità, pungenza. La linea vegetale è sempre presente mitigata da un tessuto maturo aromatico e di lieve ossidazione che amplifica la polpa. Continuo ma poco progressivo e di una certa uniformità. In bocca si distende bene con una parte salina accentuata e l’alcolicità che amplia il volume, dilatandone l’etereità, la struttura e, al tempo stesso, placandone l’acidità. Il lascito è aereo, intriso di sentori di timo e salvia.
Dirty Three – Sirena

Musar Blanc (obaideh, merwah) 1995 Château Musar (Ghazir, Libano)
Succulento e cremoso, sentori di virtuosa disidratazione e lenta affumicatura. Sereno e magnetico, lento, dotato di un ineguagliabile tono marino che lo vivifica. L’ingresso è d’incredibile raffinatezza tattile, placido, ma a un certo punto cambia volto e il lato salino dà al liquido l’occasione per aggrapparsi al pavimento della lingua divenendo asciutto e luminoso. Evocativo è il lascito di tè bianco, di delicatezza diffusa, in un lungo strascico iodato…
Matching Mole – Instant Kitten

Sassella Rocce Rosse (chiavennasca) 1996 Ar.Pe.Pe. (Sondrio)
Essenziale ha la radice di essere, assume il significato “essere di una cosa”, “costituire una sostanza”. Il nebbiolo della Sassella è un vero unicum, ossuto, acuminato. Il respiro è ampio, l’amaro è radice in infusione. In bocca si ritrova il graffio nella sensazione tattile, il suo modo scarnificato è appena nutrito dalla carezzevole linea morbida; l’acidità del frutto resta a lungo tra la luce e la pietra sgretolata.
PJ Harvey – Silence

Amarone della Valpolicella (corvina, corvinone, rondinella, molinara) 1992 Villa Bellini (Castelrotto)
Emana la tenerezza della surmaturazione e il vigore della carne fresca, vive in un seducente equilibrio delle parti, tanti sono i riferimenti odorosi, protagonisti di molteplici contrasti che, a loro volta, creano inappuntabili contrappesi. Incredibili la finezza e il nitore, un Amarone fuori dal tempo. La natura di quell’anno ha dosato alcol e acidità in una sapiente miscela, piena di sapore e di energia; il resto l’hanno fatto l’eccezionale selezione delle uve, la loro maturità nel momento in cui sono state messe in appassimento e l’aria di Castelrotto, collina periferica della Valpolicella Classica nella quale sopravvivono magia e vita.

Sigur Ros – Untitled 6 (E-Bow)

Fondamentale (prosecco) 2008 Marchiori (Farra di Soligo)
Consistenza, linea ossidativa sempre in guardia, sottigliezze affascinanti, discrete. Il tono timido iniziale si trasforma ed emergono toni fruttati che spingono e omogenizzano il liquido; comunque riesce a mantenere una certa veracità. In bocca erbe fresche, bollicine avvolgenti e unite; sorprende la portata acida che si fonde con un corpo sempre ricco, stratificato.
T. Rex – Rip Off

Passito di Pantelleria 2006 Salvatore Ferrandes (Contrada Tracino, Pantelleria)
Avvolgenza e nitore del frutto, sembra di avere l’uva zibibbo appassita sotto il naso. La lieve volatile trasporta il vino che esibisce un’autentica partecipazione mediterranea. In bocca la salinità non demorde, colpisce l’audace rapporto tra i sentori di macchia e di zenzero con l’aromaticità raccolta e profonda del vitigno. L’impalcatura gustativa è ricca, armonica, di suadente finezza, splendido nel rigore antico, inconfondibile.
Tim Buckley – Phantasmagoria in two

Leggi le note di degustazione del primo appuntamento