Tre soggettive sulla frana

Una discussione semi-immaginaria tra tre produttori di Barolo sulle frane nelle Langhe.

I protagonisti della conversazione che segue sono tre produttori di Barolo, A,B e C, molto quotati. La discussione è semi-immaginaria, nel senso che mette assieme i pezzi – assolutamente non immaginari – di un dialogo tra due di queste persone e quelli di una lunga conversazione che chi scrive ha avuto con la terza. Si parla delle frane seguite alle copiose nevicate invernali e ai successivi eventi alluvionali che hanno ferito i territori e i vigneti di Langa poche settimane fa. Smottamenti, interruzioni stradali, vigneti distrutti o dissestati caratterizzano in questi giorni il panorama della terra del Barolo; nelle zone più colpite (Monforte, Sinio, Serralunga e il versante di Barolo che guarda verso Perno) sono visibili gli effetti degli scivolamenti che hanno spostato anche di centinaia di metri interi pezzi di collina, trascinando filari e alberi. I fenomeni si sono registrati anche, in misura minore, nei dintorni di Dogliani e nella zona di Mango.
Come si può capire, le opinioni dei tre riguardo alle cause di quello che si può definire un mezzo disastro oltre che un segnale di allarme sono differenti; questo accade in parte per l’effettiva complessità della questione (multidisciplinare come più non si potrebbe: c’è spazio per geologia, storia, architettura, meteorologia, agronomia e molto altro) in parte per le diversità di carattere e di formazione. Rappresenta comunque uno spaccato abbastanza fedele delle posizioni a riguardo tra i produttori di Langa, che sembrano essere al tempo stesso responsabili e vittime di quanto è accaduto ma anche, soprattutto, di quanto potrebbe accadere.

 

A: E’ un castigo divino.

B: Che cosa?
A: Come sarebbe, che cosa? Di cosa stiamo parlando? Le frane, gli smottamenti, le mezze colline venute giù.
B: E Dio cosa c’entra, per cosa avrebbe dovuto castigarci?
A: E’ per dire che siamo, anzi siete, avidi e supponenti. Sono anni che ve lo diciamo: non piantate vigna ovunque, lasciate un po’ di bosco. Macché, mettiamo a dimora un altro po’ di nebbioli ché rendono bene. E sfruttiamo fino all’ultimo metro, piantiamo fin sul ciglione: dài che ci sta ancora un filare.
C: Ma fammi il piacere, quest’anno tra neve e pioggia di acqua ne è caduta che non si era mai visto, la terra è ancora zuppa, mai dovuto usare tanto zolfo per non andare a nozze con l’oidio. Come si dice, sono eventi eccezionali, non ha mica colpa nessuno. Io ti ho sempre dato ragione sul rispetto del territorio, ma stavolta si poteva evitare ben poco.
B: Ha ragione lui, questa è zona franosa, cosa vuoi che possa fare qualche noccioleto in più? E poi sono venuti giù anche pezzi di bosco con tutte le radici, vai a vedere alla Bussia o al Gabutti. Si son portati dietro anche l’asfalto.
A: Già visto tutto, tranquillo. Ma ho visto anche ai Boschetti, dove non c’è più neanche un albero: giù tutto. E’ zona franosa, dici: e allora cosa fai? La spogli, scavi, costruisci, smonti e rimonti. Guarda lassù, li vedi quei quattro alberelli? Scommetto che tra un po’ li tolgono per fare una vigna nuova. Il bello è che loro ci si sono anche costruiti la casa. Io non ci dormirei mica tranquillo, lì dentro, nemmeno se mi pagassero. Eh, ma si sa che l’uomo ama le sfide…
C: Dai, qualcuno ha esagerato senz’altro, ma…
A: Qualcuno come te, per esempio.
C: Adesso non mi tirare fuori quella storia della vigna nuova. Ne abbiamo discusso cento volte.
A: Quella vigna, sissignore, e anche la tua cantina nuova. Non è sempre colpa degli altri: hai scavato più te di una talpa.
C: Avevo il parere e il progetto del geologo, tra l’altro pagato fior di quattrini, lo sai benissimo.
B: Non mi parlare dei geologi, ne è venuto uno a casa mia: ha preso il caffè, ha dato uno sguardo alla vigna dalla finestra, va bene così e distinti saluti caro signore. Euro cinquecento.
C: Che vuoi che ti dica, quello che è venuto da me non si è comportato così. Facile adesso dare la colpa ai geologi: prima cominciamo a non stravolgere i progetti che ci fanno, magari. Da me, per esempio, non è successo niente.
A: Da te non è successo niente in tutta la zona. E comunque avrei voluto vedere se la tua vigna avesse avuto una pendenza diversa. Poi questa faccenda del geologo non mi convince mica: bastava chiedere il parere di qualche anziano, solo che è brutto sentirsi dire che se in quel posto c’e sempre stato bosco è per una ragione precisa.
B: Eh, vai a contarla a quelli dell’Arpa. Sono passati l’altro giorno. Fanno il monitoraggio, loro, intanto frana tutto. Io ho mezzo vigneto da rimettere in piedi, se prendi in mano la terra ti accorgi che è come sapone. E’ marna sedimentaria, è instabile e nessun monitoraggio può risolvere la faccenda.
C: E’ vero, se poi aggiungi che oramai il tempo è sempre estremo, piovosità concentrata e fenomeni violenti…
A: Eh, non ci sono più le mezze stagioni
C: Sfotti pure, intanto qui sembra di essere ai tropici…

B: …E hai un bel dire non piantare vigne, credi che il Barolo si riesca a farlo come lo facciamo ancora per tanto?
A: Ah, se ti crolla tutta la vigna smetti anche subito. Questo è garantito.