Uscendo e viaggiando poco

I lettori di Porthos sanno che io faccio vita ritirata. La mia è una libera scelta: se posso, viaggio poco e la sera resto con la famiglia. Così facendo, mi sfuggono importanti opportunità di scoperta e di crescita culturale. E’ quindi colpa mia se non ero presente a “Identità Golose”, l’’evento organizzato da Paolo Marchi, nota firma de Il Giornale, che raccoglie a Milano fior di cuochi da tutto il mondo.

La manifestazione offre lodevolmente spazio anche al gelato artigianale, tanto da dedicargli uno degli immancabili premi che la animano. Peccato non aver partecipato alla premiazione del “Gelatiere dell’’anno”: se fossi stato presente, invece di restare pigramente a casa, avrei forse capito perché al premio era associato il nome della MEC3, uno dei leader italiani della produzione di semilavorati per gelato.
A pensarci bene, la pigrizia mi ha fatto perdere anche un altro dei premi della manifestazione, dal nome un tantino minaccioso: l’’Artigiano della gola. Niente paura, non è un film dell’’orrore, ma un riconoscimento andato a Stefano Bellotti, viticoltore piemontese. Per la cronaca, al premio era associato il nome della VELIER, che, se non vado errato, distribuisce i vini “Cascina degli Ulivi”, dello stesso Bellotti. Visto da qui, sembra un tantino fuori posto, soprattutto a me che del mondo, e come va, conosco poco, ma per capire bene avrei dovuto esserci.
Pazienza, ci andrò l’anno prossimo e forse capirò.

Uscendo e viaggiando poco, ormai da anni mi perdo anche il VINITALY e tutto il ventaglio di eventi, tendenze e personaggi che la manifestazione veronese si porta dietro. Fortuna che c’’è la stampa a tenermi aggiornato, come nel caso di un articolo apparso su “Il Messaggero delle Marche”, leggendo il quale scopro che al Vinitaly 2006 “Le Marche del vino si tingono di rosa”. Messa così, mi aspetterei di trovare un elenco di donne produttrici emergenti, oppure una dissertazione sui rosati marchigiani, a me perlopiù ignoti. In effetti, l’’articolo si avvia fra considerazioni generaliste sulla “ripresa dei rosati” e apprezzamenti dettagliati:“ Ottimo quello di Moroder ed il brut rosè di Velenosi”, per poi tirare innanzi con un ricco elenco di vini bianchi e rossi, lasciando il lettore a lambiccarsi sulla pertinenza del titolo. E’ solo parecchie righe più avanti, dopo aver citato la Passerina, il Pecorino e la Pergola, che l’’articolo torna a tingersi di rosa, col riapparire, guarda caso, del brut Velenosi, denominato “The Rose” e dedicato alla “rockstar” Janis Joplin. Per dare opportuno risalto al vino in questione, l’’autore scomoda nientemeno che il condirettore del Gambero Rosso (non è rosa, ma va bene lo stesso), Daniele Cernilli, forse affaticato dalle intense giornate veronesi, ovvero, più probabilmente, concentrato su altre faccende. Difficile spiegare altrimenti le frasi attribuitegli, che mischiano toni pastello, echi di Nabokov e gramelot pubblicitario.
Infatti, parlando dell’’ormai famoso brut Velenosi, il Cernilli ne segnala il colore “salmone rosato” (quello bollito, suppongo), la “compiutezza” vicina alla “malizia” e addirittura il “brio gustativo effervescente”, mica per niente è uno spumante.

Lo vedete anche voi, faccio bene a restare a casa, a riposare.