Bufala e bufale

La “querelle” è quella tra Altroconsumo, “storica” associazione al servizio dei consumatori, ed Esperya, la più frequentata bottega online in Europa, nella persona del suo patron Antonio Tombolini.

Caro Porthos,

Scrivo per informarti di una vivace “querelle”.
La “querelle” è quella tra Altroconsumo, “storica” associazione al servizio dei consumatori, ed Esperya,
la più frequentata bottega online in Europa, nella persona del suo patron, Antonio Tombolini.

Altroconsumo (per cui Esperya è stato il primo sito italiano di commercio elettronico certificato) ha appena pubblicato un servizio-test sulla mozzarella di bufala, nella classifica finale a svettare sono le mozzarelle Vallelata (Galbani) e Standa, tutt’altro che artigianali, dunque. E la celebre mozzarella Corvino, venduta su Esperya, si ritrova sprofondata in 15ma posizione.

Ho raccolto la reazione di Tombolini, orgogliosamente “sopra le righe”.
Di solito ha reazioni più pacate, e invece stavolta, “off the records”, sbotta:
“Stronzate, sono tutte stronzate”!

Lo provoco: “Beh, Esperya esce proprio male dal test sulla mozzarella di bufala dell’ultimo Altroconsumo, che, a parte qualche sparuta critica, è ancora una specie di ‘bandiera’ per chi si picca di essere un consumatore attento e con una parola grossa, consapevole, e che spesso frequenta anche Esperya: 14 mozzarelle su 23 risultano migliori di quella fatta da Lorenzo Corvino”.

Intuisco la reazione imminente e insisto: “Ma non è la qualità assoluta la caratteristica principale di Esperya”? Tombolini parte e non si ferma più.

“E già. Adesso arriva Altroconsumo e ci spiega che abbiamo sbagliato tutto. Che schifo. Non ho mai letto niente di più fuorviante, di più ignorante, di più saccente, di più…
Insomma, che fiducia si può dare a uno che esordisce dicendo che ‘la vera pizza si fa con la mozzarella di bufala’?
Già da lì si capisce tutto: l’autore del servizio è un perfetto ignorante. Ci vada davvero a Napoli, a farsi insegnare che – al contrario – per la pizza si usa tradizionalmente il fiordilatte, e cioè la mozzarella di latte vaccino, e non di bufala. E se il test è stato coordinato da queste ‘menti’, non c’è da meravigliarsi.

C’è invece di che irritarsi per l’aria di insopportabile e snobistica saccenteria con cui Altroconsumo maschera la sua ignoranza in materia di mozzarelle. Leggete il servizio! Vi viene fatto il peana del frigorifero: guai alla tradizione che ritiene inutile (se non dannoso) il frigorifero. E perché? Ma perchè i fermenti a temperature basse non lavorano, ecco perché! E di fronte alla necessità (riconosciuta, bontà loro) di consumare la mozzarella a temperatura ambiente, qual è il loro suggerimento? Togliere la mozzarella dal frigo e… ‘immergerla in acqua tiepida’!!! Quanto di peggio si possa fare, come tutti i buongustai sanno: si scalda solo la parte esterna, lasciando fredda la polpa, ma fatemi il favore. E perché bisognerebbe far così? Ma perche’ così possiamo tenere la mozzarella nel Sacro Frigo il più possibile, è naturale! Che schifo…

E cosa dire dei test?
Si parte dai test di laboratorio. La nostra mozzarella ne esce prima, guarda caso. E quella che risulterà vincitrice è (guarda caso!) quella che esce peggio dalla prova della Furusina, dalla prova cioè che rivela la presenza di additivi estranei al prodotto (dall’aggiunta di latte in polvere ad altre amenità). Ma il produttore Galbani viene graziosamente ‘perdonato’: sì, era vicino alla soglia di inaccettabilità, ma forse ci siamo sbagliati, gli si dice in sostanza… che vergogna!

E dov’è che la nostra mozzarella sprofonda in classifica, per far trionfare nientemeno che Galbani e Standa? Nel test di assaggio!
Bene. Chi erano i degustatori? Boh! E quale metodo di degustazione hanno usato? Boh! E quali valutazioni visive olfattive gustative hanno evidenziato? Boh! Questi misteriosi espertissimi degustatori si sono limitati a proclamare che le piu buone sono la Vallelata e la Standa, perché hanno un buon “sapore di latte fresco”… oh, che sforzo! Proprio quello che ci si aspetta da un’autentica mozzarella di bufala! E le connotazioni mandorlate e muschiate caratteristiche delle “vere” mozzarelle di bufala? Magari quelle sono state valutate come difetti!

Ah, per non parlare dei prezzi!
La mozzarella di Esperya costa 36 mila lire al kg (contro le 28 mila di Galbani). Ma Altroconsumo scrive che la nostra mozzarella costa ’51 mila lire al kg’, aggiungendo alle 36 mila le 15 mila di trasporto (espresso in 24 ore), che è in realtà il costo FISSO che il nostro cliente sostiene per TUTTA la spedizione, che non è fatta certo di una sola mozzarella, e dimenticando di dire che con 15 mila lire il nostro cliente puo’ farsi arrivare a casa un camion di mozzarelle, e non 1 kg. Siamo alla vera e propria disinformazione mistificante!

Sì, sono arrabbiatissimo. Fosse uscito un servizio così su un settimanale popolare, non mi sarei certo scandalizzato. Ma che a pubblicare un test così metodologicamente scorretto e tendenzioso e così paurosamente disinformato sia Altroconsumo, ecco, questo mi preoccupa molto. E non per me, o per i nostri clienti. Ma per Altroconsumo: è la fine di un’esperienza, o meglio, la sua strumentalizzazione verso una deriva snobistica e pseudo-progressista. Esperya è stato il primo sito di commercio elettronico certificato da Altroconsumo. Anzi, il disciplinare di Altroconsumo è stato in larga misura ricalcato sulle nostre condizioni di vendita e garanzia, per farne un modello, visto che eravamo in rete da molto prima di Altroconsumo. Da oggi Altroconsumo farà senza di noi”.

Riesco a malapena a chiedere:”e adesso cosa farai”?

“Cosa farò? No, niente querele, denunce, avvocati. Confido, come sempre, nell’intelligenza e nella capacità di valutazione autonoma dei nostri clienti. Anzi, una cosa la farò: andrò subito a togliere il marchio della certificazione Altroconsumo dal nostro sito”.