05 Dic Vinitaly 2001
Il Vinitaly è ormai lontano, ma il prossimo è già alle porte: il servizio dei nostri inviati.
Da poco finito il 35esimo Vinitaly, la più grande manifestazione del settore in Italia, e al tirare delle somme possiamo dirci soddisfatti. Certo, qualche miglioramento da intraprendere ci sarebbe: alcuni padiglioni sono decisamente troppo caldi (si beve!), i servizi igienici insufficienti (non è ammissibile aspettare anche 20 minuti perché un bagno si liberi), c’è davvero troppa confusione in alcuni giorni per parlare seriamente con i produttori, ma nel complesso resta un’ottima manifestazione. Un plauso particolare al Consorzio del Chianti Classico, che organizza uno stand dove è possibile degustare in tutta tranquillità un gran numero di Chianti, potendo poi recarsi ai singoli stand per meglio conoscere i produttori il cui lavoro ha più impressionato. Non sarebbe un male se quest’idea fosse ripresa da altre regioni, allestendo cioè dei grossi stand contenenti bottiglie di vari produttori, perchè ciò potrebbe snellire le file davanti a molte aziende. In ogni modo, pur con tutta la fatica che uno accumula al Vinitaly, si ha l’impressione che i produttori siano molto ben disposti verso i visitatori e che in massima parte tutti si divertano; veramente indimenticabili, a questo proposito, i gruppetti di giovani ridenti e vocianti, che, la sera, all’uscita, intonano cori allegri come se lasciassero uno stadio dopo la vittoria della squadra del cuore. A questo punto, gli inviati di Porthos vi segnalano alcuni fra i tanti vini degustati alla fiera, consigliandovi di provarli fra voi, limitandoci volutamente a un solo vino per produttore, benchè in molti casi se ne potrebbero citare anche altri. Ci scusiamo fin d’ora con i produttori che non sono segnalati, vorrà dire che ne terremo conto alla prossima manifestazione (ad esempio, Merano). Un grande ringraziamento a tutti coloro, che con grande pazienza, ci hanno assecondato ed aiutato.
Toscana
Fra i Chianti, notevole il Coltibuono selezione R.S. 1999, un “base” schietto, beverino, con i classici sentori di mammola e giaggiolo, e senza ovvie contaminazioni da cabernet o merlot. Borgo Scopeto 1998 Riserva: una delle migliori riserve di quest’annata che forse non è proprio “da riserva”; bella la nota di ciliegia rossa al palato. Casale dello Sparviero 1998: una bellissima sorpresa, naso forse un po’ ruffiano, ma non eccessivamente, al palato scorre setoso, uno dei migliori Chianti “base” degustati. Castello di Fonterutoli 1999: davvero “internazionale” nel profilo organolettico, netto il lampone e anche il peperone al naso (è anche molto balsamico), ma molto ben fatto, e piacerà a molti. Castello di Volpaia Riserva 1998: altra ottima riserva ( e molte del 98 non ci hanno entusiasmato) con un naso che ricorda il Sangiovese in purezza, al momento predomina il legno, ma la materia c’è e dovrebbe svilupparsi alla grande. Melini La Selvanella !997 Riserva: mentuccia al naso, bella, molto elegante nell’insieme, si riconosce facilmente come un sangiovese (e già questa è una bella cosa). Riecine Riserva 1998: pieno, ricco, buonissimo: forse un po’ troppo il legno ? Continuando in Toscana, ottimi il Flaccianello 98 e il Brancaia IGT 99 (cioè, non il Chianti, questo è al 65% Sangiovese, 35% merlot, 5% cabernet), il Val di Cornia Az.Agr. Stefano Frascolli 1999 (80% sangiovese, 20% cabernet/merlot/syrah quest’ultime tutte da vigne giovani) fresco, beverino, fruttato, ma con una bella acidità a rinforzo, venduto a un prezzo basso, onesto. Davvero buoni il Tassinaia 1999 (parti uguali di sangiovese, cabernet e merlot), forse il migliore di sempre, e il Morellino di Scansano 2000 Le Pupille. Infine tre Brunelli da elogiare: Poggio di Sotto 96, sempre grande, un dolce, puro sangiovese grosso libero da contaminazioni foreste; La Serena 1996 , ottimo e non carissimo. Togali 1996, forse meno conosciuto di quel che si meriterebbe, elegante, non surmaturo.
Piemonte
Subito un’eccezione, segnalandovi due vini di una stessa azienda, quella di Gianni Voerzio: dolcetto 2000, bello, fresco, da bere tutto d’un fiato, senza merlot o cabernet a rovinarlo (proprio così, lo ripetiamo e lo sottolineamo, a rovinarlo) e la Freisa 2000, da manuale, pera e lieve fragola al naso, leggera la spuma, grandissima con i salumi, un vino da provare, anche perché il vitigno, di difficile coltivazione, è via via abbandonato, ed è un vero peccato (sono esempi di vini questi, belli, puri, non costosi, che si accompagnano benissimo al cibo e dimostrano quale grandi possibilità ha la nostra viticoltura, senza dovere rincorrere le mode di vini dolci e legnosi che ormai si fanno dappertutto nel mondo e che sono tutti uguali). La barbera Gallina La Spinetta 1999 lascia senza parole, uno dei migliori vini in assoluto di tutto il Vinitaly, come del resto anche il barolo Clerico Per Cristina 1996. Ottimo il barbaresco Cigliuti Serrabella 1997 (e come già raccontatovi da Porthos nei numeri precedenti, annata sopravvalutata con molti vini troppo sovramaturi). Gattinara Antoniolo vigneto Osso S.Grato 1997, elegante, un nebbiolo ben diverso dal barolo e dal barbaresco, meno “pesante”, con note evidenti di cuoio/viola/marasca. Chardonnay Gaja e Rey 1999 Ultima annotazione per un classico, sarà stucchevole anche parlarne, ma l’assaggio non fa che confermare la straordinaria bravura dell’Angelo nazionale: un bianco come ce ne saranno tre – ma ce ne saranno?- in tutta Italia; con un legno equilibratissimo che non predomina sul frutto, è elegante, persistente, sembra un gran Borgogna…solo il prezzo lascia perplessi, perché alla fine, in enoteca, verrà a costare più di molti premier crus.
Friuli
Veramente grandissimo il picolit Specogna 1999, dolce, glicerinoso, sapori di frutta secca, ma anche limoni e arance fresche, un vino assolutamente propedeutico per chiunque voglia studiare un “vero” picolit, derivante da vigne ubicate sulla Rocca Bernarda, probabilmente la zona a più alta vocazione per questo vitigno (il 2000, non ancora in commercio, promette altrettanto bene). Da segnalare anche il pinot grigio Ronco dei Tassi 2000 e la ribolla 2000 di Antonutti, semplice, onesta.
Valle d’Aosta
Regione sempre più protagonista di ottimi vini a prezzi non esagerati: straordinaria la petite arvine 2000 Les Cretes, molto profumata, con un bella note floreale e di miele – davvero un grande bianco Italiano. Torrette Cave des Onze Communs, a base di uve petit rouge e altre autoctone, con sapori di frutti rossi e tabacco.Pinot grigio1999 Lo Triolet di Marco Martin, grande, come ce ne sono pochi in Italia tutta (il 2000 è piuttosto differente -buono comunque- avendo svolto completamente la malolattica, a renderlo più morbido).
Lombardia
Sempre grande la Bonarda della Monsupello, fresca, con un corpo insospettabile. Buono il Franciacorta Bianco Gatti 2000.
Campania
Amineo Cantina del Taburno 2000, Coda di Volpe in purezza, leggero, fresco, belle le note floreali e di frutti tropicali. Furore bianco Cantine Cuomo Marisa 2000, uve falanghina con aggiunte di biancolella e ginestrella, perfetto per i crostacei, e il Montevetrano 1999, grandissimo, più ricco e strutturato del 1998.
Puglia
Da ricordare la vigna Melograno 2000 S.Lucia (Castel del Monte), uvaggio di uva di Troia e malbec. La Nostalgia Cantina Albano Carrisi, un negroamaro in purezza. Primitivo di Manduria Archidamo Pervini 2000.
Sardegna
Carignano del Sulcis Cantina sociale Santa di Terre Brune Roccarubia 1998, prugne e noce moscata al naso, note animali al naso. Sella e Mosca Tanca Farrà 1997, forse più morbido che in precedenza, classico il mirto e le note ferrose, caldo/avvolgente in bocca.
Trentino Alto Adige
Moscato giallo 2000 Stefano Ramoser, secco, fresco, tipico del vitigno; Sylvaner 2000 cantina Valle d’Isarco, fresco, di corpo insospettabile, persistente, ottimo da aperitivo o pesce (senza salse) in una calda giornata a pranzo.
Abruzzo
Piacevole il Montepulciano Illuminati 2000, come anche il rosso di Montepulciano Poliziano 2000 ed il Cerasuolo Cataldi Madonna Piè delle vigne 2000; sempre straordinario poi, doveroso ripeterlo, il trebbiano Valentini 1996, naso ancora chiuso, erbe officinali e note minerali, grasso e persistente come sempre. Per decisione dell’azienda uscirà in commercio prima il 1997, anche buono, ma ritenuto più pronto del 1996.
Veneto
Ottimo il soave Gini Salvarenza 2000. Interessante un nuovo vino, il soave Bertani 1999, frutto di una selezione particolare di uve, bello soprattutto nei profumi, davvero interessanti: forse al palato giunge un pò alcoolico.
Marche
Rosso piceno Villa Forano 2000. Umani Ronchi San Lorenzo 1998, rosso conero dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Boccadigabbia Rosso Piceno Villa Magna 2000, espressivo della zona di provenienza, impatto olfattivo selvatico, ma anche viole e prugne.
Sicilia
Nero d’Avola Zenner 1999, viole ed erbe aromatiche al naso, vino rustico ma piacevole, adattissimo ad accompagnare secondi di carne. Bonaccorsi Etna Rosso Valcerasa 1999, mix di nerello mascalese e nerello cappuccio, rubino giovane, naso tipico di terreno lavico, al palato è giovane e ancora un pò scontroso.
Lazio
Il bianco Treppolini 2000 e lo shiraz Casale del Giglio 1999, ben fatto e dal prezzo contenuto.
Basilicata
Regione dove sempre più si trovano vini dagli ottimi prezzi e ottima fattura. Basilisco, aglianico molto buono senza note eccessive di legno. La Firma della Cantina del Notaio, gran Aglianico in divenire, perché ora si sente ancora molto (troppo?) il legno.All’anno prossimo.