
17 Ott Porthos ha raccontato… “Chronos/Kairos, i vini naturali nel tempo” – Primo appuntamento
Il primo appuntamento con “Chronos/Kairos, i vini naturali nel tempo” del 15 ottobre all’Hotel La Pigna di Lignano Sabbiadoro (UD) è stato organizzato da Fabrizio Bonato, realizzato con la preziosa collaborazione di Stefano Bonato, condotto da Sandro Sangiorgi con l’aiuto di Matteo Gallello.
Queste descrizioni sono state pensate e scritte ascoltando i brani che si trovano alla fine di ogni vino.
Canà (cabernet sauvignon, merlot) magnum 2004 La Biancara (Gambellara)
C’è un senso di sicurezza che va oltre la volatile e la sorprendente mobilità. Sentori vegetali, peperone, poi di polpa di prugna; si amplia accogliente e conferma la grazia della sua semplicità. In bocca procede con una dinamica viva e schietta, nella quale domina l’acidità luminosa e un lascito solare di olive nere.
Wilco – Wan On War
Moumbè (barbera, dolcetto, ancellotta) 2004 Cascina degli Ulivi (Novi Ligure)
Carnale e pressante, irrequieto, si avverte sin dall’inizio una grande energia. S’insinua disordinato, ma senza fare troppo rumore. Entra in bocca dritto come una lama, con una pungenza alcolica generosa. Questi due estremi sono saldi, crescono insieme e costituiscono un vino unito, corroborante con un finale pieno ed evocativo.
Gang of Four – Ether
Le Trame (sangiovese, mammolo, foglia tonda) 2004 Podere Le Boncie (Località Le Boncie – San Felice di Castelnuovo Berardenga)
Ardore antico, come la lenta eredità del calore di una roccia. Vino propositivo, disponibile con aspetti selvatici e maturi che spingono a ricercare tra le sovrapposizioni del liquido. La gentilezza e l’audacia ritornano in bocca con una sensazione tattile leggera e incisiva; tannino carezzevole, acidità integra che contribuisce all’affascinante armonia dell’insieme.
Boards of Canada – Sunshine recorder
Barolo 2004 Viglione (Monforte d’Alba)
Gode di una stagionatura portata con dignità: tra brodo di carne e funghi secchi, emergono chiari il cacao, la terra e, con la permanenza nel bicchiere, sentori ferrosi. Appare il vino più toccato dagli anni, esprime tutto il decoro della maturità che gli ha permesso di approdare a un equilibrio che colpisce per classe, rievocazione e resistenza, capace ancora di graffiare con acidità e tannini sottilissimi e setosi.
Eels – Climbing to the Moon
Sauvignon 2004 Josko Rencel (Dutovlje)
Un ruscello scorre veloce, muove l’aria e amplifica gli odori vegetali e terrosi del luogo. Emergono note carnose tra il litchi aromatico, tenero e la freschezza della salvia. Il vino esibisce un’espressività prevedibile e, per quanto intensa, anche poco profonda. In bocca gli manca una dinamica emozionante, si accontenta di essere rassicurante e il suo ricordo non vive così chiaro come i due bianchi che seguono.
REM – Catapult
Adam (greco) 2004 Cantina Giardino (Ariano Irpino)
Denso, affumicato, cadenzato da un ritmo lento e inesorabile. La portata può sembrare monolitica, la severità che trapela dall’impatto può incutere timore, la progressione è invece rasserenante. In bocca un tannino rappreso, disinvolto si fonde con un’acidità vivificante, tonica. Il meglio di sé lo dona nelle sensazioni retro-olfattive: arancia amara, fieno, ruggine, sfumature delicatamente sulfuree sembrano essere interminabili.
Flaming Lips – Watching the Planets
Bianco (vermentino, malvasia aromatica di Candia, trebbiano) 2004 Massavecchia (Massa Marittima)
Ricchezza olfattiva inafferrabile, aspettarlo può essere estenuante. Eppure rivela una sua generosità con chiari sentori di foglie e di cera d’api, tè, spuma di mare e pesca che si stratificano e distaccano, senza dare approdi; il vino prosegue veloce e cambia direzione più volte. Ha un grande respiro in bocca con un tannino di rustica eleganza. Vitale il ritorno marino delle sensazioni finali, estenua e gratifica come una corsa in riva al mare.
Nick Drake – Things Behind the Sun