Miniature di Aprile 2010

Que me quiten lo bailado
Vecchio detto spagnolo citato da Guillermina Faez Diaz, avvocato in Madrid; la traduzione letterale «che mi tolgano ciò che ho ballato (se ne sono capaci)» fa intendere che tutto mi possono togliere, fuorché quello che mi ha fatto stare bene, che mi ha divertito. Forse, si potrebbe avvicinare al nostro «chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto».

La cultura, ovvero pochi centesimi per copia
Dal primo aprile il ministero delle finanze ha sospeso i contributi alle poste che servivano a ridurre le spese di spedizione dei periodici. Tutte le case editrici spenderanno il doppio di quanto hanno versato fino al 31 marzo. Porthos, ad esempio, userà 5,12 euro per spedire i quattro numeri di ogni abbonamento, più del 10 % dei 45 che servono per la sottoscrizione. I ben informati dicono che si solleverà un tale polverone da convincere Tremonti a tornare sui propri passi, ma intanto bisogna prepararsi a inviare la copia del 35 con la tariffa intera. Da tempo abbiamo abbandonato la spedizione in “abbonamento postale”, troppo poco il risparmio rispetto alla bassissima qualità del servizio, meglio la versione “pieghi di libri” – 68 centesimi di francobolli fino al 31 marzo 2010, 128 dal 1° aprile – che viaggia su un canale di distribuzione meno affollato e, quindi, con rischi minori. Per capire di cosa parlo è sufficiente un’occhiata al retro degli uffici postali, dove migliaia di copie di riviste, bollettini pubblicitari, promozioni etc. attendono di essere consegnate, ultime nella lista delle priorità di ogni postino. Porthos in “abbonamento postale” è stato recapitato anche dopo tre mesi dalla spedizione… quando non è finito al macero o a casa di un destinatario diverso, tra i vicini e tra i postini ci sono molti enofili. Così, abbiamo capito che una busta quasi anonima, comunque più costosa dell’usuale cellophan, sarebbe stata utile a tenere lontani i curiosi e che, con 30-40 centesimi in più per copia, potevamo avere maggiore sicurezza sui tempi e sulla riuscita della consegna. Chi sa come lavoriamo conosce i ridotti margini di reddito della nostra impresa, per questo, se non ci saranno novità favorevoli, rivedremo il costo della sottoscrizione e, credo, non saremo gli unici a doverlo fare.

Una nota a parte, infine, merita il metodo con il quale il ministero ha affrontato la cosa. Sapeva che la scadenza naturale del contratto di contribuzione era il 31 marzo 2010, ma non si è preoccupato di preparare gli interlocutori a questa decisione e l’ha comunicata il giorno stesso con decorrenza dal giorno dopo. La forma e la sostanza non sono scindibili.