Miniature di Aprile 2010

Ville naturali, è la fine di un sogno?
Porthos sarà a Cerea e a Sarego, le località che ospiteranno le due fiere naturali di quest’anno, come si evince dall’home page del nostro sito. Se Villa Favorita è dall’inizio la sede di questo tipo d’incontri, tanto da essere diventata un simbolo, il gruppo Vini Veri si misurerà con una struttura nuova e diversa dalle precedenti, costruzioni belle, antiche e immerse nel verde. L’Areaexp di Cerea, situata nella bassa veronese come Isola della Scala, ma più vicina a Legnago, è certamente efficace dal lato logistico, ma lo è inevitabilmente meno da quello della suggestione, inoltre i suoi spazi esterni non appaiono l’ideale per chi non rinuncia ad alternare all’assaggio una passeggiata e una boccata d’aria. Ben inteso, gli edifici di Cerea esprimono un’idea di luminosa modernità, ma la scelta suscita almeno una riflessione.

Già tre anni fa le richieste di partecipazione a Villa Favorita e a Villa Boschi erano state superiori alla disponibilità degli spazi e, progressivamente, sono aumentate. Non è da escludere, quindi, che l’associazione Vini Veri abbia deciso di affittare una costruzione più funzionale a ospitare una fiera, rinunciando al calore e al clima evocativo di una villa veneta. Scelta che dovranno affrontare prima o poi anche Angiolino Maule e la sua Vin Natur, visto che a Villa da Porto, detta La Favorita, non bastano più la posizione mozzafiato e la bellezza degli interni. Sul sito e sulla rivista abbiamo trattato il repentino e improvviso risveglio della coscienza ecocompatibile di molte aziende – le storiche impegnate a cercarsi un’altra via di marketing, le nuove intenzionate a non sbagliare la prima mossa – e di diverse testate giornalistiche, unite tra loro dal desiderio di salire sul palcoscenico del vino naturale e sfruttare il momento di notorietà, in tempo per la fine dello spettacolo. Alcuni osservatori sostengono che ci vorrebbe una maggiore selezione per evitare che la moda travolga il senso e il significato della produzione naturale, approfittando per esempio di un tangibile sistema di certificazione. Altri, invece, ribattono che gli spazi dovrebbero essere più ampi per convincere tutti ad abbeverarsi a questa magnifica esperienza. Seppure abbia una mia idea su quale sia il modo più adatto per selezionare gli espositori, in questa sede, e con un numero 35 che risponde molto meglio alla questione, preferisco un’annotazione di stampo diverso. Siamo sicuri che iniziative come Vin Natur e Vini secondo Natura oggi rispondano al sogno e al principio educativo che erano le basi di Villa Favorita del 2004? Quella prima manifestazione dedicata ai vini naturali, secondo coloro che la sostennero e organizzarono, doveva diventare e riproporsi come un’occasione per condividere conoscenze, per imparare a trasmettere, per coltivare agricoltori responsabili e consumatori avveduti. Una fiera è solo tale, bella quanto si vuole, ma non può lasciare di più.

Porthos 35, ne riparliamo tra un po’?
Non sarà facile afferrare subito la sostanza di Porthos 35. È tale la densità di ogni articolo da richiedere una lettura partecipe, nonostante l’impegno di tutti noi nel rendere accessibile la comprensione di argomenti dal forte contenuto tecnico. Scorrendo le interviste e gli atti del convegno di Trento, sono rimasto impressionato dalla coincidenza di dettagli che sono patrimonio della cultura agricola con le scoperte scientifiche. Inoltre, l’ossatura del sapere contadino è così piena d’informazioni, di particolari e di sfumature da impedire di fatto un apprendimento scolastico, almeno nel senso classico. Chi si avvicina al lavoro della terra non può pensare, innanzitutto, che si possa affrontare una specializzazione viticola – ammesso che esista – senza aver colto l’interezza e l’indivisibilità di un ambiente naturale come organismo vivente, qualsiasi varietà vi sia piantata. Infine, si scopre che non è un banale parallelo dialettico quello tra il luogo agricolo – i francesi hanno un termine solo, endroit – e il corpo umano, vista la comune ricchezza di microrganismi che in entrambi i casi detengono una schiacciante maggioranza su qualsiasi altra forma vivente. Averlo dimenticato è uno dei grandi peccati della nostra epoca postbellica.