Panoramica Starseti

Contrade di Taurasi, rigore e veracità. Conversazione-degustazione con Alessandro Lonardo


La degustazione

Sandro Sangiorgi Di solito partiamo sempre dai più vecchi, ma oggi le bottiglie non sono molte e vorrei riuscire a sentire attentamente i più recenti. Iniziamo dai due cru 2008, da sinistra a destra, prima Vigne e poi Coste. Voi fate il Taurasi in tre versioni: base, riserva e i cru? Poi ci sono il Grecomusc’ e l’Aglianico, giusto?

Alessandro Lonardo Facciamo un’unica lavorazione destinata solo al Taurasi. In un secondo momento selezioniamo quale dovrà essere Taurasi e quale Aglianico, il vino “proletario”, più alla portata di tutti. Non c’è selezione delle uve, abbiamo una produzione di 40-50 quintali che equivalgono a 26 ettolitri per ettaro. Dunque la nostra produzione di vino si aggira intorno ai 100-120 ettolitri.


La verticale di Taurasi

Di questi quanto diventa Taurasi?
In genere il 50 per cento.

Ci sono aziende che hanno l’impostazione di produrre la crème de la crème, dove il 20 per cento lo riservano per il première vin. Poi c’è chi fa il contrario, voi state a metà tra le due impostazioni.
Tieni in considerazione che ci sono anni in cui facciamo solo Aglianico.

Deve essere buonissimo in questi casi… Noi di solito degustiamo in silenzio, parliamo solo dopo aver sentito tutti i vini. Per sicurezza sputiamo, se no poi ci facciamo trascinare troppo.
Questi primi tre sono in commercio da aprile-maggio. Di 1200-1300 bottiglie, ne mettiamo in commercio un migliaio, teniamo le altre per capirne l’evoluzione.

Il trittico del 2008 merita davvero attenzione, sono vini di alto livello e c’è una sensibile differenza tra i tre campioni.

Flavio Castaldo  È bello dimostrare come le diverse zone dello stesso territorio producano risultati così diversi: in due aglianico da due zone distanti un solo chilometro c’è una grande diversità di espressione. È diversa proprio la composizione del terreno: uno è composto da cenere vulcanica…

Queste cose le diciamo dopo, altrimenti le suggestioni ci porteranno a “ricercare” invece che lasciarci “sentire”…

Taurasi Vigne d’Alto 2008
Rubino intenso e vivo.
Toni scuri e terragni si uniscono ai lati morbidi del legno presente ma integrato, ha una portata alcolica imponente; nel Vigna d’Alto emergono toni di radici amare, una lieve vena vegetale, balsamica; si avverte un senso di fermezza, come se fosse in attesa di qualcosa…
In bocca il tratto severo dei tannini in progressione, si incontra con il tratto verde delle radici e con il frutto nero. Il vino ha un bel peso sulla lingua, corpo robusto ma longilineo e si coordina bene con la spiccata parte acida.
+ Ha la serenità dei forti, ma è un vino compassato, con un ritmo preciso.

Taurasi Coste 2008
Rubino cupo con tratti viola e granato.
Disponibile, rustico, maturo e capace di venire incontro; col bicchiere in movimento emergono un senso di carnosità e un frutto in evidenza rispetto al Vigne d’Alto; s’intuisce una maggiore inquietudine, è come se fosse ancora più in divenire rispetto all’altro, nonostante si avverta una morbidezza più immediata.
In bocca la percezione della pienezza e un lato fluviale lo rendono vitale; i tannini hanno una ricchezza e una disposizione fitta ma meno coordinata; vive di quei contrasti positivi che lo rendono solare e meno disciplinato rispetto all’altro cru.
+ La volatile gli conferisce spinta; la disponibilità a donarsi è testimoniata da una linea più passionale e vivace.